Tra questi c’era anche Brhane. Quando venne sbarcato a Malta, era magro e spaventato. La foto di lui che viene portato in braccio giù per le scalette della nave è diventata in breve tempo virale sulle reti sociali. Venne ribattezzata “la Pietà del Mare”. Brhane, infatti, non aveva la forza di scendere da solo dalla barca che gli aveva salvato la vita.
Dopo un periodo di convalescenza in ospedale, Brhane ha iniziato a frequentare il programma diurno che i salesiani di Malta gestiscono in collaborazione con due ONG: la “Migrant Offshore Aid Station” (MOAS) e il “Jesuit Refugee Service” (JRS). Grazie a questo programma, ai giovani rifugiati come Brhane vengono forniti cibo, medicine e vestiti per far fronte alle prime necessità fondamentali, e poi corsi per “iniziare a camminare da soli”, attraverso lezioni di inglese e di abilità di base utili per il loro inserimento nella società.
Brhane a tutt’oggi viene accompagnato e assistito dai Salesiani di Don Bosco a Malta, nella casa “Mamma Margherita”. Parlando di questa forma di apostolato, oggi divenuta una vera frontiera missionaria, più volte richiamata dallo stesso Papa Francesco, don Savio Vella, il Direttore dell’opera salesiana, ha spiegato: “I salesiani si prendono cura dei giovani rifugiati più vulnerabili e bisognosi che arrivano sulle nostre coste. Ci prendiamo cura di loro, li aiutiamo, mostriamo loro amore e, con loro, progettiamo il loro futuro. Sì, offriamo loro la speranza...”.
Molti giovani rifugiati rischiano la vita per attraversare il Mediterraneo in cerca di una vita migliore lontano dalla loro patria. Dal 2010, le case “Mamma Margherita” e “Osanna Pia” a Sliema offrono alloggio e assistenza ai giovani rifugiati che arrivano a Malta e li sostengono nella ricerca di un futuro sicuro e migliore.