Il paesaggio di Timor Est si sta lentamente trasformando con la principale autostrada in costruzione da Dili a Los Palos e in tutto il Paese si stanno costruendo nuove case, per lo più grazie alle rimesse dei giovani timoresi che lavorano all’estero. La discreta stabilità sociale, nonostante la frammentazione dei partiti politici, sta portando ad un costante progresso sociale, economico e culturale della giovane nazione. E il 30 ottobre la comunità cattolica non ha potuto che ricordare con gioia il 30° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II nel Paese, nel momento più difficile della sua storia (1989).
Quando don Klement è arrivato nel Paese tra la Famiglia Salesiana era ancora vivo il ricordo di don Joáo de Deus, uno dei “pilastri della Famiglia Salesiana” a Timor Est, scomparso a settembre. Fu tra gli ispiratori del movimento degli Exallievi di Don Bosco nella nazione e ai suoi funerali, molto partecipati, era visibile come il seme del carisma salesiano stia fiorendo sempre più.
Per la presenza salesiana ci sono ancora molte sfide strutturali “esterne” che persistono, tra cui un sistema educativo ancora arretrato, con la sua mancanza di budget, programmi scolastici poco chiari, insegnanti non sufficientemente qualificati o un’attenzione appena superficiale al numero dei diplomati e laureati. Nonostante queste sfide, i Salesiani si stanno impegnando al massimo per educare 15.000 giovani affidati alle loro cure nei loro istituti.
L’educazione resta sempre la risposta migliore a tutte le sfide esterne che il Paese deve affrontare, dall’erosione dei valori tradizionali al materialismo, dalla cultura digitale al fascino dei gruppi di combattimento.
Ci sono al tempo stesso molti segni di speranza in questa giovane Visitatoria, come il costante flusso vocazionale, con altri 19 novizi che si dirigono verso la loro prima professione, l’8 dicembre; 20 pre-novizi e circa 20-25 possibili candidati per il prenoviziato del prossimo anno. Questo grande dono vocazionale richiede un accompagnamento più stretto dei candidati e dei giovani in formazione, meno formale, ma più profondo, che sappia chiamare per nome e senza timidezza tutti i concreti ostacoli al cammino vocazionale.
“Gli appuntamenti di maggiore ispirazione sono stati i momenti di condivisione con i giovani, i salesiani o i candidati alla vita salesiana, e i membri della Famiglia Salesiana – conclude don Klement –. In questo momento storico i salesiani di Timor Est hanno bisogno di molta speranza e saggezza per affrontare il futuro. L’interesse per la domanda aperta del CG28 ‘Che tipo di salesiani per i giovani di Timor Est?’ è indice dello spirito di famiglia e del coinvolgimento dei giovani nella missione salesiana”.
Fonte: AustraLasia