Il bilancio ufficiale adesso è di 659 vittime morti per il terremoto e più di 4.600 feriti. La parrocchia di Tarqui, denominata “punto zero” dopo il terremoto, si presenta come una città fantasma. In mezzo a tanto dolore don Francisco Sánchez, SDB, esce a perlustrare le strade e a visitare le poche famiglie che rimangono nelle loro case. “Siamo rimasti nella comunità per aiutare le persone, per fargli sentire che siamo al loro fianco”.
Mentre cammina tra le case e gli edifici in rovina, don Sánchez si ferma a parlare con una famiglia riunita intorno ad una statua di Maria Ausiliatrice. “Questa immagine l’abbiamo portata da Cuenca ed è Lei che ci protegge in questo momento”, dice con grande devozione Alfredo León, mentre rimane fuori dall’abitazione.
Nella comunità di Tarqui c'è un “coprifuoco” di notte, così che che solo militari e poliziotti passano per le strade. Nonostante queste misure di sicurezza, le famiglie restano nelle loro case per proteggere i loro beni e dormono per strada, perché il timore di un nuovo terremoto c’è ancora.
Alla fine del suo giro notturno don Sánchez visita la zona di “Los Tanques” e saluta intere famiglie che rimangono in questo campo di fortuna. “In questo luogo ci sono molti bambini e si stanno realizzando attività didattiche e giochi”. Nel campo ci sono circa 142 famiglie che hanno perso le loro case e che aspettano di essere aiutate per ricostruirle.
“Non possiamo risolvere tutto, ma possiamo aiutare in qualcosa” affermano i Salesiani dell’Ecuador. I fratelli dell’Ecuador aspettano il tuo aiuto.
https://www.infoans.org/index.php?id=882&option=com_k2&view=item#sigProIdfe88ef2878