“L’esperienza della ‘parrocchia’ si costruisce su due grandi pilastri – è scritto nel Quadro di Riferimento -. In primo luogo, la convinzione che ogni giovane porta scritto nel cuore il desiderio di Dio, il desiderio di una vita piena, nella prospettiva unificante della fede; in secondo luogo, una serie di proposte adattate ai destinatari, il cui scopo è la scoperta e il raggiungimento della loro vocazione”.
Il termine sinodalità, “per molte persone è un termine di moda, ma sembra sconosciuto”, ha spiegato Mercedes Baxzos, dell’équipe di Comunicazione Sociale di ARS.
Sinodalità vuol dire “camminare insieme”: è un nuovo modo di pensare la pastorale dove tutti possono essere coinvolti e rinnovati in un nuovo orizzonte di lavoro e di cammino; ma, soprattutto, sinodalità sottolinea l’importanza di andare insieme: giovani con adulti, bambini e anziani, giovani con altri giovani. Per comprendere la sinodalità è stato proposto l’esercizio dell'ascolto: ma un 'ascolto senza interruzioni, aprendo il cuore a ciò che scaturisce dall’altro.
Sono stati due giorni di ascolto: tra i membri della stessa parrocchia, tra comunità diverse, ai giovani che hanno partecipato. E le aree di ascolto erano diverse: dalla plenaria in sala, le colazioni, alcuni compagni nel parco, alla cima del “Mogote”, una collina vicina.
L’incontro di Cabana ha rappresentato due giorni di ascolto: tra i membri della stessa parrocchia, tra comunità diverse, tra i giovani che hanno partecipato. E le aree di ascolto sono state diverse: dalla plenaria in sala, ai tempi di condivisione, fino alla cima del “Mogote”, un monte vicino.
Per camminare insieme è necessario ascoltare tutti e cominciare a trasformarsi.
Un momento speciale è stato la domenica mattina, quando ogni comunità ha potuto condividere una “buona pratica”, cioè quello che stanno facendo già oggi per avvicinare la comunità parrocchiale, specialmente i giovani, a Cristo e al Vangelo. Questa fase ha permesso di riconoscere il lavoro delle diverse comunità, di essere speranzosi e anche di fare delle sane autocritiche, quando necessario. Camminare insieme significa anche correggersi e congratularsi.
Rimaneva infine una domanda tra i partecipanti: “Quali percorsi sinodali di dialogo è possibile proporre alla nostra comunità parrocchiale?” Indubbiamente c’è ancora molto da fare e questo raduno è servito anche a rivitalizzare i partecipanti e a permettere loro un incontro: con sé stessi, con gli altri e con il Buon Pastore.