Malgrado la grande ricchezza di materie prime, lo stipendio medio mensile in Bolivia è pari a circa 91 dollari. Le politiche sociali e familiari sono poche e inefficaci, e a farne le spese sono le categorie più deboli, in primis i bambini. Pur esistendo leggi e iniziative che tutelano bambini e adolescenti (come per esempio l’introduzione di un buono rivolto alle donne in gravidanza e una legge contro l’abbandono scolastico che prevede l’erogazione di un piccolo contributo agli alunni) l’infanzia più povera in Bolivia è abbandonata a se stessa. Ad esempio, si calcola che solo il 7% dei minori che vivono in aree rurali completa gli 8 anni della scuola dell’obbligo.
Davanti ad una simile situazione, 28 anni fa, nel 1991, don Sabbadin avviò il “Proyecto Don Bosco”, un’iniziativa volta al recupero e la reintegrazione sociale dei bambini di strada. L’iniziativa prevede 3 diversi passaggi, da compiere in altrettanti centri ubicati nella città di Santa Cruz de la Sierra: “Hogar Don Bosco”, la casa d’accoglienza “Mano Amiga” e il “Centro Barrio Juvenil Don Bosco”.
I frequentatori di questi centri sono 900 minori ad altissimo rischio sociale, che però, grazie a “papà Ottavio” – come lo chiamano – e ai suoi confratelli, possono ottenere un’educazione per il futuro e, quando possibile, il reinserimento presso la famiglia di origine.
In occasione della Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione, che si è celebrata l’8 settembre, i salesiani locali hanno rilanciato il loro impegno per l’alfabetizzazione dei minori, primo passo per un percorso educativo più ampio duraturo. Per questo stanno raccogliendo aiuti per l’acquisto di materiale didattico – libri, zaini, divise, matite, astucci – che verranno destinati a 250 bimbi, bimbe e adolescenti che si trovano in stato di abbandono e maltrattamento e che sono stati presi in carico dai missionari.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.missionidonbosco.org