del sig. José Enrique Sobrero Bosch, SDB
Nel XIX secolo, in Italia, un giovane di nome Giovanni Bosco intraprese quest’avventura evangelica diventando sacerdote e dedicandosi ai giovani più poveri. Egli immaginò i Salesiani di Don Bosco come una congregazione religiosa manifestata nella vita comunitaria di chierici e laici (sacerdoti e coadiutori) che condividano una missione comune. La sua idea originale divenne una proposta di vita religiosa. E qui bisogna sottolineare che questo modo di essere, questo stile di vita, è definito e precisamente delineato nell’esperienza del Battesimo e della sequela di Gesù (Sequela Christi).
Le componenti della comunità religiosa si manifestano in due modi: la componente clericale e la componente laica. Si tratta di persone che vivono una vocazione in comune (vita religiosa, vita salesiana) e una vocazione particolare (sacerdote o coadiutore). Entrambi sono religiosi, consacrati e complementari nella vita comune, nella missione e nella testimonianza dei Consigli Evangelici di obbedienza, povertà e castità.
Il salesiano coadiutore è una persona consacrata, un religioso laico, che vive nella comunità religiosa insieme ai salesiani sacerdoti o diaconi. Coadiutori e sacerdoti lavorano insieme, pregano insieme, vivono insieme nella comunione dalla loro consacrazione religiosa, nell’impegno per la perfezione del loro Battesimo. Evidenziamo questa complementarietà per mantenere viva l’immagine comunitaria che Don Bosco stesso voleva.
Se consideriamo solo una delle sue componenti essenziali possiamo avere solo una visione incompleta della vocazione consacrata salesiana. In questa riduzione, uno dei membri sarà sempre danneggiato o persino escluso. In tal senso è importante aver cura e delicatezza del linguaggio fraterno, che deve essere attento per evitare “cortocircuiti” comunitari.
Il salesiano coadiutore professa una vita religiosa ricca di fede, affetto, gioia e umiltà nei vari compiti che gli vengono affidati e che egli svolge con competenza.
Il salesiano coadiutore è portatore di un’attenta laicità nei dettagli della vita quotidiana. Questi dettagli del servizio e del buon umore aiuteranno ogni membro della comunità a svolgere il proprio ruolo con più tempo e dedizione. Così, ad esempio, il sacerdote sarà sempre disponibile a predicare, celebrare e curare le anime. È interessante vedere questa modalità viva in una comunità salesiana che anima la storia personale dei giovani e della gente del posto.
Il salesiano coadiutore è anche un segno di fraternità tra tutti i membri della comunità – è proprio questo il suo contributo più evidente. I giovani e i laici lo percepiscono come una persona dedita agli impegni professionali e pastorali.
Il salesiano coadiutore è catechista, sacrista, coordinatore della pastorale locale, musicista, economo, insegnante, docente di formazione professionale, portiere, capogruppo, missionario, factotum, cuoco, responsabile del giardino, direttore dell’oratorio, infermiere, giornalista, formatore dei salesiani e della Famiglia Salesiana, scrittore, sportivo, dottore in scienze, direttore di laboratorio, biblista, direttore della scuola, rettore dell’università, responsabile dei progetti per i bambini a rischio, bibliotecario, autista, meccanico, direttore spirituale… E sono tante altre ancora le attività che non sono inserite in questa lista.
Il salesiano coadiutore è una persona che si scopre nella vita quotidiana, lavorando e pregando.
Una volte un giovane mi ha detto: “Il salesiano coadiutore è quella persona che è seduta vicino a noi a Messa”. Mi ha fatto pensare che la consacrazione del salesiano laico gli permette di donarsi a tutti, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Questa disponibilità, che nasce dall’incontro con Gesù e ritorna sempre a Lui, è segno di servizio e complementarietà con gli altri membri della comunità pastorale ed educativa salesiana.
Questa è la figura di pastore educatore di cui dobbiamo avere cura e per questo dobbiamo chiedere al Buon Pastore di mandare Salesiani come Don Bosco voleva che fossero.