Gli invitati al campo sono stati non solo gli studenti universitari, ma anche docenti e ospiti che sono venuti alla città universitaria di Araçatuba. Un clima di grande interazione e dinamismo, evidenziato dalle conversazioni, le risate e in generale il clima di famiglia.
Durante la prima conferenza del campo, alla sera di sabato 19 marzo, i partecipanti sono stati invitati a riflettere sulla Misericordia di Dio Padre. Questo primo incontro ha dato anche a molti giovani l’opportunità di confessarsi.
Il Campo della Misericordia è proseguito con diversi altri momenti intensi e profondi per far sperimentare l’amore di Dio negli ambienti universitari, dove spesso, per la presenza di idee divergenti o opposti, è difficile accettare il messaggio cristiano.
Tanti sono stati i simboli cristiani proposti. Uno di questi simboli è stata la “Cena dell’Agape”, dove sono stati ricordati l’istituzione eucaristica e la vita cristiana nell’amore. Al primo mattino del giorno seguente si sono realizzati altri momenti di approfondimento della fede, conclusi con la celebrazione della Santa Messa presieduta da don João Neto. Nell’omelia il sacerdote ha chiesto ai partecipanti di essere discepoli di Dio, che ha dato se stesso sulla croce per amore. “È stato Lui, lo stesso Dio che ha tralasciato il suo dolore, la sua sofferenza, che ha meritato la nostra salvezza”.
Dopo tutta una notte di preghiera, d’incontro e di riflessione, ciascun giovane ha ricevuto uno scapolare sul quale erano messe in evidenza alcune delle opere per vivere pienamente l’Anno della Misericordia.
“L’essenziale della vita universitaria – ha detto il Papa in un messaggio agli universitari –risiede nello studio, nella fatica e pazienza del pensare che rivela una tensione dell’uomo verso la verità, il bene, la bellezza. (…) Non accontentatevi di verità parziali o di illusioni rassicuranti”