Don Á.F. Artime ha anche ricordato la grande opportunità che il Sinodo è per gli educatori e gli evangelizzatori, e ha invitato a non avere timore, perché i giovani hanno bisogno di sentirsi dire “Che cosa vuoi fare della tua vita? Quale pensi che sia il sogno di Dio su di te? Come pensi di vivere la vita come dono e come servizio?”.
L’intervento del Rettor Maggiore è arrivato nel pomeriggio di sabato 22. In precedenza va ricordato come il congresso abbia saputo rappresentare, attraverso decine di laboratori paralleli, le esperienze e buone pratiche di ogni ambiente e realtà; e soprattutto, nelle sessione assembleari, la situazione concreta dei giovani in ogni parte del mondo: dal cambio culturale e di prospettive attualmente in atto tra i giovani dell’Africa, alla condizione sospesa tra disperazione e speranza in Asia meridionale; dalla spiritualità intima e non istituzionalizzata di tanti giovani in America Latina, alla curiosità e alla ricerca di protagonismo che contraddistingue i giovani d’Europa.
Per questo motivo nel suo intervento mons. Falabretti, Direttore del Servizio di Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana, ha affermato che il prossimo Sinodo riguarda i giovani, ma deve parlare agli adulti e alla Chiesa, per insegnare loro ad “abitare il presente, camminare accanto ai giovani per tornare ad essere credibili, dare futuro ai giovani e credere che in loro ci sono tutte le potenzialità per diventare fecondi e fare cose grandi”.
Un pensiero sostenuto anche dal card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, che ha dichiarato senza mezzi termini: “Abbiamo una necessità epocale di adulti di qualità che sembra essere una merce rara di questi tempi”. La sua relazione si è concentrata sull’orizzonte vocazionale del sinodo e ha analizzato due prospettive educative, quelle dell’accompagnamento e del discernimento, segnalandone la relazione intrinseca; perché, come ha spiegato, “si accompagnano i giovani per portarli a maturazione, per aiutarli a diventare adulti”.
Inoltre, il porporato ha anche indicato cosa la Chiesa si attende da due istituzioni legate al carisma di Don Bosco, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice: “La formazione di accompagnatori capaci di camminare con i giovani sulle strade del discernimento vocazionale”.
Nell’ultima sessione del congresso, al mattino di domenica 23, la Preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, sr. Pina Del Core, ha posto l’accento sulle sfide aperte dal Congresso. Il mondo digitale e le nuove tecnologie comunicative spingono a ripensare i grandi temi, come la libertà, l’educazione, la scelta; educare alla scelta ha a che fare inevitabilmente anche con “l’accoglienza del mistero che accompagna ogni decisione, perché essa implica sempre una rischiosa consegna di sé, un affidamento a qualcosa o a Qualcuno”.
Don Mauro Mantovani, Rettore Magnifico dell’UPS, ha concluso, infine, che: “Siamo Chiesa, siamo famiglia, siamo per i giovani ed è proprio questa la nostra missione”.
Sulle note della canzone “Don Bosco Padre Maestro e Amico” e con un immancabile selfie finale, firma distintiva della cultura odierna, è terminato il congresso, lasciando ai partecipanti il compito di trasmettere un messaggio: quello di cambiare il linguaggio, rallentare il passo e progettare il futuro insieme ai giovani.
Ulteriori informazioni sono disponibili ai siti www.giovaniesceltedivita.org e www.unisal.it
https://www.infoans.org/index.php?id=6393&option=com_k2&view=item#sigProId165c180ddb