Come si sente riguardo a questa nuova missione che Dio le affida?
La prima sensazione è di ringraziamento a Dio. Sento che la nomina è una grazia di Dio, immeritata nei miei confronti. Non capisco e mi chiedo: perché ha scelto me? Solo la preghiera mi ha tranquillizzato. Mi sento grato e voglio affidarmi al Signore e mettermi nelle Sue mani…Dio mi ha chiamato ad essere suo Pastore e se Dio mi chiama per questo è necessario essere in intima unione con Lui e seguire i suoi passi.
Come riceve la prelatura?
Siamo in un momento di transizione con Mons. Héctor Guerrero che è per me un padre, un formatore e un fratello. Certamente la massima cura è conoscere e frequentare il mio gregge che il Signore mi affida. Devo anche occuparmi, formare e accompagnare il miei fratelli sacerdoti, religiosi, sacerdoti diocesani, religiose. Ricevo la Prelatura con la presenza di missionari che hanno consacrato la loro vita e continuano a donarla… E ricevo un prezioso tesoro che è il seminario per la formazione delle vocazioni.
Come ha contribuito la presenza salesiana alla prelatura che assumerà?
Sono cosciente che ci sono stati problemi di emarginazione e altri, però quello che credo con assoluta certezza è che tutti i popoli hanno grandi ricchezze, hanno una bella identità, che è ricca e che deve essere conosciuta, promossa e fatta crescere. La presenza salesiana è stata fondamentale, soprattutto nella formazione della coscienza evangelica, nell’educazione delle loro vite e nell’appropriazione dei valori con le caratteristiche della Spiritualità Salesiana che riempie i loro cuori di gioia e speranza.
Dove vorrebbe che andasse la prelatura?
Che si annunci Cristo e la sua Buona Novella. Che seguiamo i criteri che sta segnando la Chiesa e il suo Magistero. Che rispettiamo il contesto, le persone e tutti i popoli della regione e valorizziamo le idiosincrasie.