“I militari – racconta un Salesiano presente nel paese – hanno sottolineato di voler solamente ripulire l’entourage del Presidente. Li hanno chiamati ‘criminali’ perché non sono sensibili alle sofferenze della gente. Non faccio nomi. Anche se li sappiamo, però se è stato un colpo di stato o no in questo momento poco importa. Il fatto è che non c’è stato nessun morto, neanche un ferito”.
A Bulawayo, la seconda città del paese, alcuni Salesiani in viaggio hanno trovato due posti di blocco, ma la situazione appare serena. “I militari sono stati molto gentili, si sono presentati dicendo il loro nome e hanno chiesto i documenti” prosegue il religioso.
La gente è serena e spera che il processo si definisca al più presto. I militari hanno promesso di fare un governo provvisorio in vista delle elezioni, che dovrebbero svolgersi a marzo. “Stiamo aspettando da un momento all’altro l’annuncio ufficiale su come sarà composto il nuovo governo provvisorio, chi lo guiderà e quanto tempo dovrà durare… Sabato c’è stata una manifestazione a Harare di sostegno alle Forze Armate” continua a raccontare il Salesiano.
E intanto traccia già alcune conclusioni: “il processo è irreversibile e deve andare avanti. La gente è contenta di una cosa che doveva essere fatta prima e che si stava aspettando da molti anni. Fra due ore celebrerò la messa e pregherò e farò pregare affinché il Presidente accetti di ritirarsi in pace”.
Il Superiore della Visitatoria “Maria Ausiliatrice” di Zambia-Malawi-Zimbabwe-Namibia (ZMB), don Krzysztof Rychcik, ricevute le informazioni dall’interno del paese, ha commentato: “la gente è piena di speranza e aspettative pacifiche che tutto andrà bene. Continuiamo a pregare per il nostro popolo sofferente dello Zimbabwe che merita la libertà, la pace e la prosperità economica”.