Nella lettera, inviata in occasione del decimo anniversario della beatificazione (11 novembre 2007) e del 131° anniversario della nascita (26 agosto 1886), il Pontefice ricorda la cerimonia della beatificazione: “Mi sono rimasti impressi quella folla di persone provenienti da diverse parti e quei volti pieni di gioia per la beatificazione di uno di loro, che non ha mai dimenticato le sue radici, il suo popolo, la sua cultura”.
Oltre ad elogiare il ricordo del desiderio di Ceferino Namuncurá di essere sacerdote al servizio della sua gente, il Papa nella lettera sottolinea che “la gioventù sa rispondere con generosità quando gli viene presentato Cristo con una testimonianza di vita autentica e veritiera, come quella di Ceferino”. E aggiunge un augurio: “che molti giovani oggi trovino in Gesù l’amore della loro vita e l’impulso a donarsi agli altri”.
Il beato Ceferino Namuncurá rappresenta la prova più convincente della fedeltà con cui i primi missionari inviati da Don Bosco riuscirono a ripetere quanto questi aveva fatto nell’Oratorio di Valdocco: formare giovani santi. La formazione ricevuta faceva parte di un processo educativo basato sul Sistema Preventivo, ma ciò che lo lanciò verso le vette più alte furono il conoscere la vita di Domenico Savio, di cui era un imitatore ardente; e la prima Comunione, in cui egli fece un patto di fedeltà assoluta con il suo grande amico Gesù.
Fonte: Radio Vaticana