Solo nel 1905 lo Stato assunse un salesiano, il cui cognome era Morandi, giunto dall’Italia insieme con don Luigi Lasagna, Fondatore dell’istituto, per organizzare il servizio meteorologico statale.
Poi l’Osservatorio cadde in stato di abbandono e vi rimase fino al 2006. Quindi, sul finire del 2013, il prof. José Serra, un meteorologo con una vasta esperienza, co-fondatore di “MetSul” – impresa di consulenza e previsioni meteorologiche con sede in Brasile –, offrì alcune conferenze presso l’istituto, frequentato da exallievi della generazione 1959, i quali, dopo averlo ascoltato, si confrontarono con lui sulle possibilità di riattivare l’Osservatorio.
Così, nei primi mesi del 2014, l’Osservatorio venne riaperto, con attrezzature informatiche e senza Internet, come ha spiegato il Prof. Serra, che alla fine ha deciso di accettare il ruolo di principale curatore del progetto.
Dall’Osservatorio sono state tese reti di funzionamento, che ha permesso l’accesso agli informativi meteorologici da tutto il mondo, con previsioni molto curate. Attualmente vengono fornite previsioni fino a 72 ore, che vengono diffuse attraverso 65 stazioni radio in tutto il paese.
Oltre a diffondere le previsioni, presso l’Osservatorio vengono formati i futuri tecnici meteorologi e quanti realizzeranno in futuro le previsioni meteo, sulla base delle esigenze dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM).
Si tratta di una professione “che richiede molta progettazione, dal momento che l’inserimento nel mondo del lavoro può avvenire come consulente in un tribunale o in un ospedale, a fianco di un Presidente della Repubblica, come in campagna, in una società di costruzioni, per i trasporti o il turismo…” ha spiegato il prof. Serra.
Il prof. Serra ha anche spiegato che la riattivazione di un centro meteorologico ha una grande rilevanza, perché in questo momento storico si stanno verificando profondi cambiamenti climatici: “in un momento in cui viene constatato un cambiamento climatico, l’OMM richiede che non solo istituzioni ufficiali forniscano e generino informazione, ma anche che vengano raccolte le informazioni delle reti particolari che generano dati”.