L'inaugurazione ufficiale dell'evento è stata tenuta da Mons. Alfredo Espinoza, SDB, Arcivescovo di Quito e Primate dell’Ecuador. Durante il suo discorso, ha sottolineato la fiducia riposta nell'Arcidiocesi di Quito e nella Chiesa dell'Ecuador da Papa Francesco per ospitare questo importante incontro globale. Ha inoltre evidenziato il lavoro in unità durante il processo di preparazione.
“Andiamo avanti, riflettiamo, pensiamo, a partire dall'Eucaristia, come possiamo essere costruttori di fraternità, come possiamo vivere la fraternità per curare le ferite di questo mondo, ferite che non possiamo coprire, che non possiamo ignorare, che non possiamo nascondere. Questo Simposio e questo Congresso non faranno miracoli, ma apriranno le nostre menti e i nostri cuori per prendere coscienza che la fraternità è una sfida, è una sfida di oggi che noi come Chiesa dobbiamo raccogliere e direi anche guidare in questa società”, ha aggiunto Mons. Espinoza.
È seguito un dialogo in cui la fraternità è stata affrontata da diverse prospettive tipiche dell’Ecuador: Letteratura, Storia, Politica e Cosmovisione andina (Concezione ancestrale della vita diffusa in Sudamerica, basata su riti che collegano uomo e habitat circostante, NdR), con la partecipazione di figure di spicco in ognuno di questi ambiti.
Rosalía Arteaga, 39° Presidente dell'Ecuador, ha riflettuto sulla fraternità attraverso citazioni letterarie, evidenziando valori come la solidarietà, l'amore e la tolleranza. Ha chiesto che la fraternità sia inclusa nelle decisioni quotidiane di leader, uomini d'affari e cittadini.
D'altra parte, Gonzalo Ortiz, storico, si è chiesto se la storia dell'Ecuador sia una storia di fratelli o di nemici. Ha concluso che in passato ci sono stati conflitti, ma anche espressioni di fraternità nelle famiglie e nel lavoro di sacerdoti e religiosi, invitando a vedere la storia dal punto di vista dell'amore comunitario.
Juan Carlos Holguín, ex Ministro degli Esteri dell'Ecuador, ha analizzato i problemi globali come il traffico di droga, di esseri umani e di armi. Ha sottolineato che l'Ecuador ha il potenziale per superare queste sfide e ha evidenziato che la fraternità e la cooperazione tra i governi sono necessarie per risolverle.
Infine, Juanita Guasgua, rappresentante della Cosmovisione indigena, ha affermato che la fraternità si forma a partire dalla famiglia e poi nella comunità. Ha anche ricordato che gli indigeni vanno in pellegrinaggio e proclamano la loro fede nella Vergine Maria, riconoscendola come Guida Celeste e modello di fraternità nei loro territori. Ha evidenziato la giustizia indigena come sistema che cerca di riabilitare e ripristinare l'armonia nella comunità e ha sottolineato il rispetto per la Madre Terra come parte della fraternità.
In questa prima giornata è stata inaugurata anche la mostra “Sacro Cuore di Gesù, Centro di Spiritualità”, con una serie di opere d'arte ecuadoriane. È importante notare che nel 2024 l'Ecuador commemorerà i 150 anni di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, evento per il quale Papa Francesco ha designato il Paese come sede del 53° Congresso Eucaristico Internazionale.
Le attività sono terminate con la celebrazione eucaristica nella parrocchia di Maria Ausiliatrice, presieduta da Mons. Andrés Carrascosa Coso, Nunzio Apostolico in Ecuador.
Nei giorni successivi, religiosi e accademici interverranno su temi quali: “Da fratello a nemico”, “Chiamati alla riconciliazione”, “L'Eucaristia: fonte e culmine della fraternità”, “La fraternità senza gli ultimi non è fraternità”, “Il Cuore di Gesù e la fonte della vita”, tra le altre presentazioni. Il Simposio si concluderà sabato 7 settembre, con l'Eucaristia presieduta dal Cardinale Pedro Barreto, SJ (Perù), Presidente della Conferenza Ecclesiale dell'Amazzonia.
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