Nel 2018, dopo l’approvazione del Consiglio Generale, è stato pubblicato “Stream of Solidarity” (Flusso di Solidarietà), il manuale salesiano per la risposta alle emergenze, che guida le azioni salesiane in materia. In linea con esso, il Rettor Maggiore, oggi Card. Ángel Fernández Artime, ha preso l’iniziativa di nominare un coordinatore globale, nella persona di don George Menamparampil – cui è subentrato recentemente don Eric Mairura – e ha attivato il Meccanismo Globale di Risposta alle Emergenze. In questi due anni don Menamparampil ha seguito il lavoro del Coordinamento Internazionale (Settore Missioni e Don Bosco Network) e merita di essere ringraziato per la sua leadership e vicinanza.
Le informazioni che il Coordinamento Internazionale riceve costantemente dal Centro di Coordinamento situato a Varsavia, in Polonia, e dalle realtà salesiane in Ucraina, danno testimonianza del fatto che il lavoro dei Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) e dei laici in tutte le Case Salesiane in Ucraina è davvero encomiabile. In questo periodo un’enorme assistenza e sostegno sono venuti anche dai Paesi vicini. Ne è un esempio la Casa Ispettoriale di Varsavia, che continua ad accogliere madri con i loro figli piccoli (bambini che erano neonati quando hanno lasciato l’Ucraina) che vivono con i Salesiani, come se fossero una famiglia adottiva.
Grazie all’aiuto dei Salesiani, delle FMA, dei membri della Famiglia Salesiana, dei collaboratori e dei benefattori di altri Paesi, è stato possibile tenere aperte le scuole della Famiglia Salesiana in Ucraina, costruendo anche dei rifugi per poter continuare a educare, nonostante gli allarmi delle sirene che allertano dei bombardamenti.
Nessuno sa quando questa guerra finirà: questo è già il secondo inverno in periodo bellico e da più di due mesi il Coordinamento Internazionale riceve e gestisce le richieste di aiuto per affrontare l'inverno: vestiti caldi, scarpe e carburante in varie forme.
Sono state escogitate anche soluzioni creative, come quella del Vescovo di Kiev- Žytomyr, il salesiano Mons. Vitaliy Krivitskiy, che ha organizzato nella sua diocesi, con l’aiuto della solidarietà internazionale salesiana, delle “mense calde” dove le persone possono rifugiarsi dal rigido inverno ucraino; o come il costante sostegno offerto agli oltre mille sfollati che vivono nella “città modulare” di Mariapolis, a Leopoli, nella Visitatoria dell’Ucraina greco-cattolica (UKR).
Ma al di là degli aiuti materiali, questa guerra sta lasciando un segno profondo nei bambini e nei giovani ucraini, motivo per cui i salesiani devono prestare particolare attenzione alla sfera psicosociale. L’estate scorsa per questo motivo grande impegno è stato dedicato a sostenere un gran numero di attività pastorali ed educative per il tempo libero, e dall’inizio di quest’anno scolastico sono attivi i centri di terapia a Žytomyr e Lviv, che sostengono i bambini e le loro famiglie nel far fronte ai traumi.
Proprio per questo, nel prossimo aprile verrà realizzato a Roma un corso, tenuto da psicologi dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) e dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE), per circa 15 educatori ucraini su come gestire le situazioni di stress post-traumatico e identificare i problemi dei bambini con cui essi lavorano. A loro si aggiungeranno 11 educatori provenienti dalla Siria, che vivono in un contesto di guerra da più di dieci anni.
Ma non finisce qui: la creatività salesiana si fa strada nei contesti più difficili, ed è tempo di pensare a cosa fare con quei giovani che sono dovuti andare al fronte e sono tornati mutilati. A questo scopo, i Salesiani hanno preparato diverse iniziative, dalla formazione professionale adattata all’apertura a Leopoli di un progetto di “calcio con le stampelle”, che sostiene questi giovani nel loro ritorno alla vita civile.
Il Settore Missioni della Congregazione e il Don Bosco Network sono testimoni del buon lavoro di tutti coloro che sono coinvolti nella Missione Salesiana in Ucraina, e devono lavorare duramente con tante Procure Missionarie salesiane e ONG per far sì che i fondi, che sono limitati, siano utilizzati nel miglior modo possibile. Dopo due anni di guerra, più di 13 milioni di euro sono stati impiegati in circa 175 progetti in Ucraina e nei Paesi limitrofi.
“Grazie, ancora una volta, a tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo” è il messaggio che arriva dai due uffici salesiani.
https://www.infoans.org/index.php?id=20363&option=com_k2&view=item#sigProIdb632967b40