RMG – Le Strenne dei Rettori Maggiori Salesiani: Don Vecchi

22 Dicembre 2023

(ANS – Roma) – Il primo Successore di Don Bosco non italiano (sebbene figlio di immigrati italiani) nella storia della Congregazione Salesiana fu l’argentino don Juan Edmundo Vecchi, nato nella stessa città in cui operò “l’infermiere dei poveri” e oggi santo, Artemide Zatti, SDB, con cui era anche imparentato. Nonostante la malattia non gli abbia consentito un rettorato più lungo, fu lui a traghettare i Salesiani di Don Bosco dal vecchio al nuovo millennio.

L’VIII Successore di Don Bosco, compiuta la sua formazione iniziale tra la terra natale e l’Italia, prima di assumere il ruolo di Rettor Maggiore aveva già prestato servizio per 24 anni (dal 1972 al 1996) nel Consiglio Generale: prima come Consigliere Regionale per l’America Latina, quindi Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, poi come Vicario del Rettor Maggiore. La scelta del Capitolo Generale 24° del 1996 di eleggerlo alla guida della Società Salesiana fu dunque una scelta nel segno di una garanzia di competenza, visione e continuità.

Uomo di grandi orizzonti, coraggio apostolico e sensibilità ecclesiale, affrontò dapprima con coraggio e poi con sereno abbandono alla volontà di Dio il male che lo consumò e segnò gli ultimi anni della sua vita. Fu un grande innovatore nel campo della Pastorale Giovanile, e, provenendo lui stesso da una terra missionaria, continuò il “Progetto Africa” del suo predecessore, fondò nuove missioni e organizzò nuovi progetti per le zone missionarie, animando poi in prima persona la Spedizione Missionaria Straordinaria del 2000.

Contemporaneamente, prestava grande attenzione alla realtà della Comunicazione Sociale, in cui credette con vera convinzione: il segno tangibile ne fu il rilancio e il rinnovamento del Bollettino Salesiano in 52 edizioni. Così come altro emblema del suo rettorato, il più breve nella storia salesiana finora, fu l’impulso dato ai laici collaboratori nella missione e al riconoscimento e all’accettazione del loro ruolo.

Si spense a Roma il 23 Gennaio 2002 assistito amorevolmente e filialmente dalle le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria – la congregazione religiosa fondata dal Beato don Luigi Variara, SDB – a poche settimane dal completamento del suo sessennio di mandato.

Per quel che riguarda la strenna, a livello di struttura tutte e sei le strenne che ebbe modo di produrre e consegnare Don Vecchi sono semplici e brevi e si caratterizzano per la presenza organica e stabile di un riferimento biblico, nella maggior parte dei casi, o ecclesiale.

Egli non usava lasciare alcun commento scritto sulle strenne; ma ogni anno, nella Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, che all’epoca si celebrava a Roma, nel mese di gennaio, faceva sempre un intervento di presentazione e spiegazione della strenna.

Nel piccolo corpus delle sue strenne non è difficile individuare come caratteristica dominante l’ecclesialità, il camminare della Congregazione in sintonia con la vita della Chiesa. Tanto che le sue strenne sono tutte in linea con il grande Giubileo del 2000 indetto dal Papa Giovanni Paolo II: le prime tre fanno parte del cammino di preparazione richiesto dallo stesso Pontefice; quella dell’Anno Santo riprende il tema centrale del Giubileo, la riconciliazione; e le ultime due successive mirano a far fruttificare i semi di grazia provenuti da quel grande appuntamento universale.

Un’ecclesialità non sintomatica, dunque, ma voluta, sostenuta e decisa, che non sostituiva, ma semmai sosteneva e irrobustiva la “salesianità” della strenna.

Ecco, dunque, qui di seguito le sei strenne lasciate dal Rettor Maggiore Don Vecchi:

1997: “Con lo sguardo fisso in Gesù, primogenito di molti fratelli, aiutiamo i giovani ad accoglierlo nella fede”;

1998: “‘Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo’. Volgiamo a Lui con amore di figli, per essere con i giovani costruttori di fraterna solidarietà”;

1999: “Nella speranza siamo stati salvati: riscopriamo con i giovani la presenza dello Spirito nella Chiesa e nel mondo, per vivere e operare con fiducia nella prospettiva del regno”;

2000: “Nel nome di Cristo, nostra pace, lasciatevi riconciliare”;

2001: “Cristo dono per tutti. Come frutto del giubileo ravviviamo lo spirito e la solidarietà missionaria”;

2002: “‘Duc in altum’: al mare aperto e verso il profondo”.       

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