di don Anthony Kishore Minj, SDB
Oltre 40 persone hanno partecipato alla cerimonia. Poi, dopo la messa, i fedeli hanno organizzato un concerto e un ricevimento nella “Ger”, (la “casa” in mongolo). Infine, don Paul Leung, nominato proprio a settembre Delegato dell’Ispettoria del Vietnam (VIE) per la Mongolia, ha salutato tutti i presenti e promesso che avrebbe dato il massimo supporto alla nuova missione di Shovoo.
“Shovoo” è una stazione missionaria che negli ultimi 15 anni è sempre stata animata direttamente dal Prefetto Apostolico di UlaanBataar. Già da tempo mons. Padilla avrebbe voluto affidare questa missione a qualche congregazione religiosa, ma a causa della scarsità di clero, nessuna era in grado di assumersene la responsabilità.
Quest’anno, tuttavia, la missione in Mongolia è stata benedetta con il rientro di tre missionari che hanno terminato i loro studi e le altre attività all’estero e che pertanto sono di nuovo disponibili per lavorare al processo di espansione e sviluppo pastorale in Mongolia.
Shovoo, che in lingua locale significa “uccello”, è un villaggio distante 40 km da Ulaanbaatar; conta circa 60 cattolici, numerosi bambini e giovani. È circondato da colline e fiumi ed enormi pascoli e l’agricoltura costituisce la principale attività per la popolazione.
Ad animare la nuova presenza sono stati designati don Andrew Nguyen Tin, già Delegato Ispettoriale per la Mongolia, e don Mario Gasper.