Tra i 12mila fedeli giubilanti che hanno assistito, sul sagrato della basilica vaticana o in Piazza San Pietro, alla solenne cerimonia, diverse centinaia erano salesiani, membri della Famiglia Salesiano o simpatizzanti di Don Bosco e del suo carisma – e non hanno mancato di farlo presente in ogni circostanza in cui il Papa ha pronunciato il nome Ángel Fernández Artime, accompagnandolo sempre con un profluvio di applausi e di esclamazioni.
Molte erano anche le personalità che hanno accompagnato il Rettor Maggiore più da vicino. Tra queste, ad esempio, il suo “collega” Cardinale Cristóbal López Romero, Arcivescovo di Rabat, che ai microfoni di ANS così ha commentato: “Celebrare un Concistoro nel quale il Santo Padre crea un Cardinale salesiano è sempre un motivo di gioia nella Congregazione, perché risponde al nostro carisma di stare al servizio della Chiesa e del Regno di Dio attraverso quello che il Santo Padre ci chiede. È anche una forma di esprimere la nostra disponibilità al servizio della Chiesa e di amore al Papa. Per questo oggi, giorno della creazione a Cardinale del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, è un giorno di gioia e di gloria per la Congregazione. Io credo che Don Bosco dal Cielo sarà contento che molti dei suoi figli, attraverso l’episcopato e il Collegio Cardinalizio, siano fedeli al suo stile di vita”.
Gli ha fatto eco l’uruguayano Card. Daniel Fernando Sturla Berhouet, Arcivescovo di Montevideo, per il quale “la creazione di Don Ángel Fernández Artime come cardinale è una grande gioia per tutta la Chiesa, ma anche per la Famiglia Salesiana tutta, perché è un fatto totalmente straordinario. Un dono di Papa Francesco alla Chiesa, ma anche un dono alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana per quello che significa il Rettor Maggiore, come Successore di Don Bosco: è un fatto che parla dell’amore: dell’amore da parte del Papa verso Don Bosco e la sua Famiglia, e della Famiglia Salesiana verso la Chiesa”.
Da parte sua il Prefetto Apostolico dell’Azerabaigian, Mons. Vladimír Fekete, SDB, ha sottolineato la dimensione “profetica” di questa scelta di Papa Francesco: “Sono molto grato al Signore per questo grande giorno per la Famiglia Salesiana e per tutta la Chiesa Cattolica. I salesiani sono conosciuti come missionari dei giovani e sono sicuro che la scelta di Papa Francesco di creare Cardinale il Rettor Maggiore non è soltanto un apprezzamento per quello che stiamo facendo per l’educazione e l’accompagnamento dei giovani e per il servizio della Chiesa, ma è anche una profezia. Sono sicuro che questa creazione a Cardinale del Rettor Maggiore può essere una nuova sfida e un nuovo slancio per portare ancora di più il carisma salesiano nel mondo giovanile. Spero e prego che la creazione a Cardinale del Rettor Maggiore possa aprire una nuova frontiera, una nuova porta per far entrare il carisma salesiano nell’educazione dei giovani”.
Essendo una festa di tutta la Congregazione, moltissimi sono stati gli Ispettori salesiani giunti da tutto il mondo. Tra loro, don Giovanni d’Andrea, Superiore dell’Ispettoria sicula (ISI), ha affermato: “È una giornata importante per tutta la Congregazione e la Famiglia Salesiana, perché un Rettor Maggiore creato Cardinale è un riconoscimento del Papa nei confronti di tutti noi. Certo, sconvolge tutta l’organizzazione, perché viene anticipato il Capitolo Generale, e di conseguenza tutti i Capitolo Ispettoriali, ma è una grande gioia e un grande onore, pur restando sempre tutti molto umili”.
“Questa scelta del Papa significa che la Chiesa ha fiducia nel carisma di Don Bosco, che il nostro carisma è rilevante per la Chiesa, la quale è sempre chiamata, e oggi ancora di più, a promuovere l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani. Noi come salesiani dobbiamo seguire l’esempio di Don Bosco, che era sempre disponibile ad obbedire ai pastori della Chiesa. Io sono certo che Don Ángel è stato scelto dal Signore e servirà bene la Chiesa, come Salesiano di Don Bosco” ha aggiunto con piena convinzione don Pierre Célestin Ngoboka, Superiore della Visitatoria Africa Grandi Laghi (AGL).
Alle voci della Congregazione si sono associate anche quelle di tutta la Famiglia Salesiana. La Vicaria della Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, suor María del Rosario García Ribas, ha dichiarato: “E’ una giornata bellissima per tutta la Famiglia Salesiana, perché con la creazione di Don Ángel a cardinale viviamo insieme un riconoscimento della Chiesa e del Papa. Come Figlie di Don Bosco e Madre Mazzarello, siamo davvero felici di questo momento di famiglia e di festa e siamo qui anche per ribadire che lo sosterremo anche con la preghiera”.
Mentre, parlando a nome di tutti gli Exallievi di Don Bosco del Mondo, Bryan Magro, il Presidente della Confederazione Mondiale, ha manifestato: “È meraviglioso poter stare vicino oggi accanto al nostro amato Rettor Maggiore nel giorno in cui diventa Cardinale. È un momento storico e gli auguriamo il meglio che negli anni a venire per il suo servizio alla Chiesa e nel mondo. Come Exallievi di Don Bosco facciamo a Don Ángel i nostri migliori auguri!”.
Da ultimo, hanno rilasciato un commento ad ANS due personalità d’eccezione che non potevano assolutamente mancare in una giornata come questa: Rocío Fernández Artime, sorella del neo-cardinale, e il Rettor Maggiore Emerito, Don Pascual Chávez Villanueva.
“Angel è molto tranquillo, consapevole che questa è una nuova tappa della sua vita e l’assume con spirito di servizio. E poi confida nell’accompagnamento del Signore. Lo ha manifestato anche nel motto che ha scelto, in cui esprime tutta la sua fiducia nella Provvidenza: Sufficit tibi gratia mea. Per questo è tranquillo, tutto abbandonato alla volontà di Dio” è stata l’assicurazione di doña Rocío.
“È una data storica per la Congregazione e la Famiglia Salesiana, è la prima volta che un Rettor Maggiore, peraltro in carica, viene creato cardinale. È per questo un momento anche per prendere consapevolezza di essere sempre più Chiesa. Il fatto che lui sia sempre più al servizio del Santo Padre esprime esattamente questo. E noi, da parte nostra, lo accompagniamo con la preghiera” ha, infine, concluso Don Chávez.