Spagna – Don Sergio Codera, il sacerdote che usa l’intelligenza artificiale per evangelizzare i suoi studenti

09 Maggio 2023
Foto: EPE.es

(ANS – Siviglia) – Per don Sergio Codera, salesiano classe 1980, originario di Barcellona, ma cresciuto a Siviglia, la tecnologia e la fede religiosa sono sempre andate di pari passo. Il suo primo computer gli fu donato quando fece la Prima Comunione e da quel momento non si è mai dissociato né dalla religione, né dalla tecnologia.

Attualmente, don Codera, da sempre molto attivo a tutto campo anche nel campo della comunicazione, è molto popolare per i contenuti che pubblica sulle reti sociali, per i suoi interventi in televisione e per il gruppo che ha creato insieme ad altri sacerdoti e che in Spagna è conosciuto come “Curas Locos”, (Sacerdoti Pazzi). Il suo ultimo progetto, portato avanti con alcune classi della scuola salesiana “Santissima Trinità” di Siviglia, è quello di evangelizzare gli studenti ricorrendo all’intelligenza artificiale.

Il suo è un aiuto che arriva in tempi in cui la Chiesa si trova ad affrontare una grande sfida: recuperare la fede dei giovani. Lo scenario è complicato: secondo il rapporto del CIS (Centro di Investigazioni Sociologiche) del luglio 2021, la Spagna è meno cattolica che mai. La percentuale di persone che si considerano cattoliche è scesa dal 90,5% del 1978 al 55,4% del 2021. Ed è tra i giovani che l’assenza di fede è più evidente. La maggior parte della fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, infatti, si definisce non credente; e quest’anno, per la prima volta nella storia, il numero dei seminaristi maggiori in Spagna è diminuito, stando alle stime fornite nel mese di marzo dalla Conferenza Episcopale Spagnola.

Di fronte a questi dati, ecco l’esperimento del sacerdote salesiano. L’idea è quella di coinvolgere gli studenti in queste applicazioni pioneristiche e di metterle in relazione con la religione. “Da quando abbiamo iniziato a usare alcune applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, ho notato un aumento significativo della loro motivazione e del loro interesse per l’apprendimento”, ha spiegato don Codera.

Viene da chiedersi, dunque, quale siano le dinamiche dell’intelligenza artificiale, rivolte agli studenti. “Dipende dall’anno che frequentano – interviene don Codera –. I più piccoli, ad esempio, lavorano con un’applicazione chiamata Léxica, che sviluppa immagini diverse in base alla descrizione che viene fornita. Gli alunni hanno indicato un elenco di 31 valori cristiani, chiedendo che venisse generata un’immagine con un messaggio che li rafforzasse”. Da qui l’immagine di Gesù Cristo con un computer portatile e uno smartwatch.

Gli studenti più grandi, invece, sono coinvolti in progetti più complessi e stanno persino editando un libro, che sarà interamente scritto dall’intelligenza artificiale, secondo i parametri e le indicazioni fornite dai ragazzi. “Non c’è ancora un titolo definitivo, ma sarà qualcosa come ‘I pilastri dell’essere una brava persona’ – prosegue don Codera –. Sarà un libro di 40 capitoli; ogni capitolo conterrà 25 frasi che l’intelligenza artificiale ha elaborato in base ai valori che le sono stati spiegati. In totale, il libro conterrà 1.000 frasi”.

L’idea è quindi quella di combinare diversi strumenti attuali per suscitare interesse verso un argomento come la religione. Spiega ancora il salesiano: “Abbiamo tracciato il percorso dei viaggi missionari di San Paolo, ottenendo i dati ordinati dal libro degli Atti degli Apostoli e disegnando le linee dei diversi viaggi su Google Maps. Abbiamo anche realizzato delle presentazioni automatiche sulla Settimana Santa, a cui ogni alunno ha poi dato un tocco personale modificandole con un’altra applicazione”.

Funziona? La risposta è sì. Gli alunni della scuola salesiana coinvolta nel progetto affermano che, grazie alla tecnologia, la religione è diventata una delle loro materie preferite.

Attenzione, però, alle sfide poste dall’uso dell’intelligenza artificiale. Recentemente l’Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) ha avviato un’indagine su “OpenAI”, il proprietario della nota applicazione “ChatGPT”. Questo deve spingere ad avere un principio di prudenza nell’utilizzo di queste applicazioni.

Fonte: El Periódico de España

InfoANS

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