“Quando sono iniziati i bombardamenti, sono stati interrotti anche l’acqua, l’elettricità e il gas. Non potevamo lavarci ed era difficile procurarsi il cibo”, ricorda Boris, fuggito da Mariupol, “una città che non esiste più perché è bruciata e distrutta”.
I missionari salesiani sono stati al fianco della popolazione fin dall’inizio, accompagnando e accogliendo i rifugiati nei Paesi confinanti e aiutando gli sfollati in Ucraina. Negli ultimi mesi, ai bombardamenti si è aggiunto l’inverno, con temperature giunte anche a -20° C, che ha aumentato notevolmente sofferenze e necessità.
Grazie agli aiuti ricevuti, le scuole salesiane di Leopoli, Odessa e Kiev sono riuscite a rimanere aperte e a offrire istruzione in situazioni di emergenza, attraverso la costruzione di rifugi, il rafforzamento dell’isolamento e il supporto per le forniture di acqua, elettricità e gas, il sostegno psicologico per studenti, insegnanti e famiglie, la copertura dei costi scolastici.
Complessivamente, 66 tra enti, organizzazioni e comunità della Famiglia Salesiana di tutti e cinque i continenti hanno sostenuto più di cento progetti, per un valore di aiuti superiore ai 9,6 milioni di Euro. I progetti realizzati e sostenuti hanno riguardato la costruzione di rifugi d’emergenza (oltre 230mila euro), il supporto a rifugiati all’estero (oltre 2,1 milioni) e agli sfollati interni (oltre 1 milione), programmi e attività educative per bambini e ragazzi (circa 600mila euro), il piano speciale d’emergenza per far fronte all’inverno (oltre 1 milione), oltre al supporto generale (aiuti in denaro alle comunità coinvolte, medicinali di prima necessità, veicoli, cucine da campo, cibo, vestiti, tende, coperte, per un totale di 3,5 milioni) e ad altre forme di aiuto specifiche (circa 1 milione) per la gestione di una situazione così complessa.
La solidarietà internazionale e l’impegno diretto sul territorio da parte della Famiglia Salesiana, iniziati un anno fa, continuano ancora oggi. “Vogliamo portare gli aiuti il più vicino possibile alla frontiera, dove la maggiore parte dei villaggi sono stati distrutti, le case sono state bruciate e la gente vive assembrata nei rifugi. Hanno bisogno di aiuto” afferma don Józef Nuckowski, SDB, mentre guida un convoglio di aiuti raccolti grazie alla generosità della Famiglia Salesiana di tutto il mondo. “È grazie a voi se possiamo far arrivare così lontano questi aiuti”.
“Davvero tutto è stato distrutto. Ogni edificio è stato colpito, nessuno è rimasto intatto” constata con amarezza sempre don Nuckowski arrivato a Luch, non lontano da Kherson, nell’Ucraina meridionale.
“Abbiamo sperimentato tutta la durezza della guerra sin dal suo inizio” racconta una delle 55 persone che ancora vivono nel villaggio, che è stato campo di battaglia tra l’esercito russo e quello ucraino. “Speriamo solo che tutto questo finisca bene, che possiamo ricostruire il nostro villaggio e vivere in pace”.