Il convegno, dal tema “Let’s Reconnect” (Riconnettiamoci), si è concentrato sulla rivisitazione delle origini della rete e sull’analisi della “memoria della qualificazione professionale”, con l’idea di gettare poi lo sguardo in avanti per avere un impatto sulla vita di tantissimi giovani bisognosi.
Don Davis MJ, Ispettore di Nuova Delhi, nel dare il benvenuto ai partecipanti, ha elogiato la sinergia di questa rete salesiana mossa dal desiderio di dare, riprendere e migliorare la formazione ai giovani. Ha ricordato che è una grande opportunità per tutti acquisire conoscenze dalle singole Ispettorie e di rivedere le proprie priorità per la crescita futura, al fine di adempiere alla missione per i bisognosi. E per concludere ha auspicato che la Formazione Professionale salesiana sappia “andare oltre i propri limiti”.
Don George Mathew, da parte sua, ha condiviso il percorso e i risultati della Don Bosco Tech Society. In vista del traguardo dei 20 anni dell’istituzione, che cadrà nel il 2026, ha evidenziato “dove siamo e dove dovremmo essere”. Ha portato dei dati, indicando che la rete salesiana è riuscita a formare direttamente più di 430mila giovani e a dare lavoro al 70% di essi, ma ha anche spiegato che scopo del convegno era proprio discutere le strategie per raggiungere ancora più giovani più bisognosi e avviarli al lavoro.
Durante i lavori tutte le Ispettorie hanno avuto l’opportunità di condividere, attraverso presentazioni avvincenti e futuristiche, esperienze, idee e piani per i prossimi anni al fine di garantire un maggiore impatto per i giovani NEET (che non studiano, non lavorano, non sono impegnati in percorsi formativi di alcun tipo).
Quattro gruppi di lavoro hanno poi dibattuto sullo scenario attuale e su quello che si prefiggono di raggiungere in relazione ad argomenti quali:
Allineare la FP salesiana alle attuali politiche dell’ecosistema di qualificazione professionale del Paese Dare visibilità ai programmi di FP, a livello locale e statale Sfruttare legami e contatti per un miglior impatto sui giovani Diffondere l’idea di rete come esperienza vissuta.
Nelle sue osservazioni conclusive, don Michael ha sì lodato i grandi risultati ottenuti nella qualificazione professionale e l’occupazione dei giovani, ma anche ha ricordato che, in quanto organizzazione salesiana, il focus deve essere più ampio, centrato sul benessere integrale dei giovani. Per questo ha ricordato ai partecipanti che l’identità salesiana richiede di lavorare per i giovani bisognosi.
Ha anche esortato, non solo a lavorare sodo, ma anche a “parlare” per aumentare la visibilità degli interventi salesiani in favore dei giovani. Ha elogiato i risultati ottenuti dalle Ispettorie, dai beneficiari a livello locale e dall’équipe nazionale del Don Bosco Tech nelle aree dei dati di gestione, formazione, certificazione e collocamento, nonostante le molte lotte e difficoltà affrontate. E ha invitato tutti i presenti, sia i salesiani, sia i laici, a “scegliere i poveri, impiegare i poveri, aiutare i poveri a vivere bene e non solo a lavorare”.
Le interazioni, i pensieri e i sogni condivisi durante il convegno hanno testimoniato la volontà a lavorare insieme come un unico organismo per migliorare le possibilità dei giovani.
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