Per molti minori indigeni il diritto allo studio non è scontato e la percentuale di accesso alla scolarizzazione è molto bassa. Queste realtà sono quelle privilegiate dell’azione dei Salesiani, i quali, sull’esempio di Don Bosco, cercano in ogni modi di provvedere all’educazione integrale e alla costruzione di cammini di speranza per i bambini e ragazzi più emarginati.
Così avviene, ad esempio, nel Mato Grosso brasiliano, presso il “Parque Indígena do Xingú”, un’area creata nel 1961 per accoglie 14 differenti tribù e preservare le loro terre e la loro specificità. I Salesiani sono impegnati con gli indigeni Kalapalo e Kuikuro e hanno elaborato un progetto che prevede di beneficiare 220 persone, perlopiù minori, in un arco di tempo di 3 anni, così da renderli autonomi il prima possibile.
Lo scopo è aiutare i capi indigeni ad ottenere il diritto ad un’educazione pubblica gratuita e promuovere la formazione di maestri indigeni, insieme con la produzione di sussidi didattici che integrino la cultura indigena con il mondo circostante. Il tutto, all’interno di un’azione di più ampio respiro, volta alla preservazione e valorizzazione delle culture indigene del Mato Grosso, attraverso opere di promozione umana, sanitaria, educativa e di tutela delle riserve territoriali.
Sempre in Brasile, ma nello Stato dell’Amazonas, i Salesiani sono impegnati nella promozione dell’istruzione degli bambini indigeni di Iauaretê. I minori che i religiosi accolgono sono spesso abbandonati ed esposti ad ogni sorta di pericolo.
Per questi minori l’opportunità di studiare, in un ambiente sicuro e qualificato, rappresenta forse l’unica occasione di costruirsi un presente e un futuro dignitosi.