Don Sergej Goman è un missionario salesiano originario della Bielorussia. Poco più che quarantenne, ha trascorso la maggior parte della sua vita religiosa nell’Africa Occidentale. In Sierra Leone si è dedicato ai bambini di strada, agli orfani dell’Ebola e durante la pandemia ha anche collaborato a vari progetti con l’opera “Don Bosco Fambul”. Da tre anni è responsabile del Centro Giovanile “Don Bosco” di Dwarzak ed è diventato un padre per decine di minori abbandonati o problematici.
Il centro salesiano offre ai giovani uno spazio per il tempo libero e lo sport, per ricevere aiuto scolastico, un pasto e un accompagnamento personale e spirituale in un ambiente sicuro e sano, dove la gioia e le risate sono i protagonisti. I salesiani promuovono un atteggiamento di servizio nei bambini, negli adolescenti e nei giovani, aiutandoli a diventare cittadini onesti e persone buone e devote.
Ogni giorno circa 50-100 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 7 e i 18 anni partecipano alle attività ricreative, educative e spirituali del Centro Giovanile. 50 giovani ricevono assistenza nutrizionale tre volte alla settimana e 80 bambini ricevono assistenza educativa e spirituale presso il Centro Giovanile, per sei giorni alla settimana. Queste attività promuovono un ambiente ricco di valori e speranza, dove i giovani si sentono sicuri e liberi.
Altre attività sono il ping-pong, i film educativi, le rappresentazioni e i quiz, la banda musicale, i corsi di musica… Il Centro Giovanile organizza anche una programmazione sportiva sei giorni alla settimana con allenamenti di calcio e basket, partite amichevoli a Lungi e Freetown e gare di campionato; e offre spazi di formazione e incontro ad animatori ed educatori.
In un Paese dalle enormi contraddizioni – ha una popolazione tra le più giovani al mondo, ma anche una delle minori aspettative di vita, non vi mancano le risorse, eppure la povertà è elevatissima – i salesiani contribuiscono ad educare nella gioia e nella serenità giovani consapevoli dei loro diritti e delle loro possibilità, perché possano scrivere pagine luminose nella storia della Sierra Leone.