Dopo i primi due giorni, trascorsi nella capitale, Vilnius, per conoscere la storia del popolo lituano e la sua lotta per la libertà – Museo del KGB, Collina delle Croci, la Rivoluzione cantante, … – il gruppo ha fatto rotta verso la destinazione ultima: Telsiai.
Telsiai è un paese sorto sulle rive del lago Mastis, nella regione della Samogizia, dove è presente una comunità salesiana: è lì che si è svolta l’esperienza di Estate Ragazzi dal nome “Don Bosko Vasara 2020” (Don Bosco Estate 2020), una sorta di “missione pilota”: mista l’equipe dei responsabili, misto il gruppo degli animatori, miste le provenienze dei ragazzi.
Nella prima settimana di permanenza, al mattino i volontari italiani si interfacciavano con i giovani animatori locali, e tutti insieme hanno approfondito i fondamentali insegnamenti dell’animazione salesiana, a partire dalle tappe e gli incontri centrali della vita di Don Bosco. Mentre nel pomeriggio aveva luogo l’attività di “Don Bosko Vasara 2020” vera e propria, che si svolgeva presso la scuola “Vincento Borisevicius”, dedicata ad un vescovo martire del comunismo.
Ad inizio settimana, i bambini e i ragazzi iscritti, dalla 2a elementare alla 2a media, erano già 45, un numero niente male per una prima esperienza… in tempo di Covid-19. E alla fine della seconda settimana saranno una novantina, suddivisi in 4 squadre in base alla classe terminata” ha commentato uno dei volontari.
Il programma delle attività prevedeva: accoglienza, qualche gioco nel teatro della scuola, la preghiera e il ballo dell’inno dell’Estate Ragazzi, laboratori proposti per fasce d’età, merenda e grandi giochi divisi in squadre, per concludere con la giornata coi canti e la preghiera. Solo per gli animatori, poi, era previsto un piccolo supplemento di attività, per una rapida condivisione sulla giornata.
Dalla seconda settimana, invece, l’accoglienza ai ragazzi si è realizzata già dal mattino. La formula della giornata è rimasta la medesima, ma con più tempo per il gioco e per inserire, tramite delle brevi rappresentazioni e attività, una “pillola formativa” su Don Bosco.
Gli animatori si sono subito messi in gioco, senza alcuna paura, iniziando un bel cammino di crescita con Don Bosco; e quanto ai bambini, dopo i primi giorni di conoscenza, si sono aperti in sorrisi, risate, battute, voglia di giocare, stare insieme e divertirsi.
Al termine dell’esperienza i volontari partiti dall’Italia hanno testimoniato: “Alla fine della terza settimana abbiamo potuto dire davvero di aver centrato l’obiettivo proposto ai ragazzi: ‘Per noi la santità consiste nello stare molto allegri’. Ecco perché siamo ritornati in Italia con una convinzione in particolare: il linguaggio di Don Bosco è universale. Basta un gioco, un sorriso, una piccola attenzione per parlare la stessa lingua, la lingua del cuore, ed è subito come sentirsi a casa!
Siamo convinti che Don Bosco abbia tanto da dire alla Lituania e ai suoi giovani, come siamo altrettanto convinti che la Lituania e i suoi giovani abbiano bisogno di Don Bosco, del sentir parlare di lui e di fare esperienza viva del suo metodo educativo: in quei giorni un fuoco è stato acceso nel cuore di bambini e animatori, ora si tratta di custodire e alimentare questo fuoco e questi cuori!”
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