Cambogia – Cosa significa vivere e lavorare con i volontari missionari laici?

(ANS – Poipet) – La Delegazione della Cambogia, dipendente dall’Ispettoria della Thailandia, accoglie il maggior numero di volontari missionari dell’intera regione salesiana Asia Est - Oceania. Centinaia di volontari vi hanno prestato servizio dal 1991 ad oggi, arrecando grande beneficio alla missione salesiana nel Paese. Don John Bok Nam è il salesiano incaricato della piccola comunità Poipet – lui, un altro salesiano e un Salesiano Cooperatore sacerdote – che ogni anno collabora con molti volontari missionari laici nel portare avanti una scuola elementare, un centro di educazione tecnica secondaria e una casa di accoglienza. Ecco qual è la sua esperienza di missione condivisa con i volontari missionari laici.

Com’è stato accogliere i volontari nella sua comunità?

Negli ultimi 3 anni abbiamo vissuto sia momenti positivi, sia momenti di sfida. Ma senza dubbio dobbiamo riconoscere che nella nostra Delegazione cambogiana c’è bisogno di volontari missionari salesiani: insieme agli insegnanti, educatori e istruttori locali, sono loro a rendere possibile la nostra missione educativa salesiana in questo luogo. Sin dall’avvio dell’opera, nel 2002, qui ci sono sempre stati molti volontari diversi al fianco dei salesiani.

Quali sono i maggiori vantaggi di accogliere i volontari missionari?

L’educazione salesiana avviene attraverso l’impegno di tutta la comunità educativa e i volontari contribuiscono a questa comunità in molti modi. Apprezziamo particolarmente la loro presenza educativa tra i nostri studenti. Attraverso l’interazione con gli stranieri, i nostri ragazzi sono in grado di vedere indirettamente orizzonti più ampi del loro mondo abituale. E poi i volontari missionari possono aiutare anche i nostri insegnanti ed educatori cambogiani, presentando loro alcune opportunità educative che essi ancora non conoscono.

E qual è, invece, la sfida Maggiore di accogliere volontari missionari?

La sfida principale è la mentalità, “la disposizione del cuore” dei volontari. A volte alcuni di essi, invece dell’impegno hanno scelto una “fuga” dalla loro vita. Tutti sogniamo una svolta nella vita: in senso positivo può essere una sfida, in senso negativo è una fuga. E se i volontari mantengono questa disposizione nascono i problemi, perché senza un sufficiente interesse per il bene dei giovani e senza sforzarsi di assimilare la mentalità educativa salesiana, non si può diventare dei modelli di riferimento per i nostri giovani. E questo poi lo vedi anche nell’atteggiamento tiepido verso l’apprendimento della lingua e della cultura locale.

Cosa avete imparato ospitando i volontari?

Ogni volontario ha la sua vita, le sue motivazioni diverse (quella che noi chiamiamo vocazione), ma si lancia in una nuova missione. Vivendo con i volontari scopriamo come si sono formati attraverso la loro “vita di donazione” nella missione e si preparano per una vita futura piena di nuove opportunità.

Che impatto ha la presenza dei volontari sulla vostra vita comunitaria?

Attraverso la presenza dei volontari i nostri giovani e i nostri collaboratori laici possono sperimentare alcune diverse opportunità educative. Grazie ai volontari molti di loro hanno la possibilità di pensare seriamente al “servizio”. Alcuni dei nostri giovani e laici così vengono stimolati e, invece di pensare solo al loro proprio interesse, conoscono uno stile di “vita spesa per gli altri”. Alcuni dei nostri giovani sognano persino di trascorrere la loro vita come volontari. È una gioia assistere alla loro trasformazione giorno dopo giorno.

In che modo la presenza dei volontari vi permette di vivere il sogno di Don Bosco?

La nostra comunità educativo-pastorale non è animata solo dai salesiani di Don Bosco. La presenza dei nostri volontari arricchisce il processo educativo e rende più efficace la nostra comunità educativa. Leggendo la Biografia di Don Bosco ci rendiamo conto che già ai primi tempi dell’Oratorio c’era una gran varietà di “volontari” intorno al nostro fondatore: a partire da Mamma Margherita e proseguendo con altri sacerdoti diocesani e ad altri laici. Sin dall’inizio la missione di Don Bosco si è realizzata con molti volontari, a patto che fossero in grado di condividere lo stesso spirito educativo. Questa missione condivisa non è già un modo di vivere il sogno di Don Bosco?

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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