Tra questi volontari ci sono anche quelli che, inizialmente, avevano scelto di svolgere il servizio civile all’estero: dovendo rientrare in Italia per l’emergenza sanitaria, hanno comunque voluto proseguire convertendo la propria attività in Italia. La loro peculiare scelta è stata sottolineata anche da Vincenzo Spadafora, Ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport: “Sono poco più di un centinaio ma vanno menzionati perché il loro spirito di solidarietà e il sentirsi attori principali nella difesa della Patria li ha motivati a continuare il proprio servizio seppure in modo molto diverso rispetto alle originarie aspirazioni”.
Ci sono state anche realtà dove non è stata possibile la riattivazione (75 sedi per 27 progetti). Si tratta di giovani che hanno sospeso al momento il proprio servizio, ma si sta lavorando per riattivare i progetti il prima possibile.
Cambieranno, in parte, le attività che gli operatori svolgeranno: in alcuni casi si svolgerà da remoto (290 volontari), quindi direttamente dal proprio domicilio; in altri casi, invece, il volontario opera nella sede originaria del progetto oppure in altro luogo grazie a convezioni o gemellaggi (88 operatori) con enti locali ed organizzazioni impegnate nel contrasto all’emergenza sanitaria (Caritas, Diocesi, parrocchie del territorio, enti pubblici, onlus).
Queste le attività nelle quali verranno coinvolti i volontari che riprenderanno servizio:
• supporto ai comuni e/o ai centri operativi comunali: 11 volontari in 4 sedi
• sostegno agli anziani e ai soggetti fragili: 82 volontari in 29 sedi
• assistenza sociale: 72 volontari in 19 sedi
• supporto al sistema scolastico: 230 volontari in 48 sedi
• sostegno agli stranieri: 20 volontari in 6 sedi
• alfabetizzazione digitale: 14 volontari in 2 sedi
• attività di comunicazione istituzionale: 6 volontari in 4 sedi
• realizzazione di progetti educativi o culturali: 186 volontari in 58 sedi
• gestioni dei flussi presso i luoghi accessibili: 5 volontari in 2 sedi
• welfare leggero: 24 volontari in 5 sedi
• supporto all'attività di solidarietà alimentare: 74 volontari in 17 sedi
• gestione donazioni: 29 volontari in 4 sedi
“Siamo soddisfatti della ripartenza dei progetti di Servizio Civile Universale – dice don Roberto Dal Molin, presidente di Salesiani per il Sociale APS –, perché crediamo con forza ai valori educativi di questa esperienza che acquistano maggior forza in un momento di emergenza sociale come questo. I nostri ragazzi conoscono bene il valore della loro attività e si sono messi a disposizione per il bene di tutti, in primis per un servizio al nostro Paese. Siamo certi che saranno di grande aiuto nei luoghi dove ricominceranno il Servizio Civile Universale con quello slancio e quell’entusiasmo tipico dei giovani. È questa anche l’occasione per ringraziare il Dipartimento delle Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale con il quale nelle settimane passate c’è stato un contatto continuo e di grande collaborazione, oltre alle nostre articolazioni territoriali che in un momento difficile e complesso hanno manifestato una grande disponibilità a riorganizzare i progetti e le attività dei volontari; un grazie, infine, va anche al personale delle segreterie regionali e della sede nazionale che ha accompagnato il processo con competenza, impegno e dedizione”, conclude don Dal Molin.