La campagna affronta diversi aspetti della situazione: la prevenzione dei contagi; il sostentamento delle persone più vulnerabili nel periodo di lockdown; la promozione della produttività e del sostentamento nei nuovi scenari emergenti. L’essenza della campagna è la solidarietà a tutti i livelli, nella donazione contagiosa di ogni persona e delle proprie risorse. Il logo della campagna, inoltre, è stato adottato per la campagna globale coordinata da Roma e patrocinata dal Rettor Maggiore.
Nella realtà indiana i salesiani, attraverso le loro 11 reti ispettoriali, hanno iniziato le attività di soccorso poco prima dell’inizio del blocco nazionale del 25 marzo scorso. L’emergenza ha richiesto un’azione rapida attraverso una videoconferenza coordinata dall’ONG e Procura Missionaria salesiana “Bosconet”, cui sono seguite risposte adeguate da parte dei suoi partner sul campo, gli uffici di Pianificazione e Sviluppo delle 12 Ispettorie salesiane nella regione Asia Sud.
I primi interventi preventivi hanno incluso la sensibilizzazione sulle buone prassi da adottare (distanziamento fisico, la permanenza in casa, pratiche igieniche…). Ma poiché le mascherine scarseggiavano e in generale erano fuori portata per le persone più vulnerabili, i salesiani e i loro collaboratori hanno iniziato a produrne autonomamente per distribuirle. Volontariamente, i giovani dei Centri per i Giovani a Rischio dell’Ispettoria di Hyderabad (INH) ne hanno preparate 11.000, mentre le donne dei gruppi di auto-aiuto di Bangalore ne hanno preparato 61.145 maschere. Nell’Ispettoria di Guwahati ne sono state prodotte 10.000 maschere, mentre INH ha distribuito anche 5.000 bottiglie di disinfettante. Sono stati distribuiti inoltre 372 kit medici e 1.100 kit sanitari contenenti saponi, disinfettanti, assorbenti, maschere e opuscoli.
L’annuncio del lockdown ha portato a un’emergenza su larga scala tra i gruppi più vulnerabili, come migranti, lavoratori giornalieri, poveri che fanno vita di strada e gli anziani senza sostegno. Il panico diffuso ha portato i lavoratori immigranti dalle zone rurali nelle zone urbane a scegliere di tornare a casa a piedi, aumentando così i rischi per la loro salute e le probabilità di contagio nell’India semi-urbana e rurale.
La rete salesiana, pertanto, è entrata presto in azione, distribuendo kit nutrizionali famigliari, contenenti alimenti per una settimana (contenenti riso, farina di grano, lenticchie, olio, biscotti), di cui hanno beneficiato: 14.036 immigrati, 1.100 lavoratori giornalieri, 380 anziani, 200 rifugiati dello Sri Lanka, 74 persone transgender e 16.783 altre persone.
In moltissimi luoghi sono stati forniti, sempre attenendosi alle misure di sicurezza per quel che riguarda la distribuzione e somministrazione, anche pasti cucinati, per un totale di 2.684 persone beneficiate al giorno. D’altra parte, grazie alla sua rete di benefattori, la rete salesiana si è procurata 50 tonnellate di farina di frumento e 20 tonnellate di lenticchie da Zomato Internet Pvt. Ltd.
Mentre le strutture salesiane del Kerala sono state offerte alle autorità per la quarantena.
In situazioni disperate, non ci sono vie di mezzo: o si è all’altezza della situazione, o non lo si è. In tutto il mondo si è assistito a gesti di eroismo da parte di innumerevoli persone, a partire dagli operatori sanitari. In India e altrove, anche tanta gente comune fa la propria parte per aiutare i propri vicini e gli estranei in difficoltà.
I salesiani in Asia Sud rispondono, come sempre in queste emergenze, raggiungendo con efficacia e rapidità le persone più bisognose. Sempre attenti e pronti, perché che la guerra globale contro Covid-19 non è ancora vinta.
Cheryl Bartholomeusz - Bosconet