Italia – “Un telaio nelle sue mani”: l’esperienza missionaria estiva dei giovani delle opere salesiane d’Italia

30 July 2024
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(ANS – Taranto) – Nel mese di luglio alcuni giovani delle Comunità Educativo-Pastorali salesiane d’Italia hanno compiuto una particolare esperienza missionaria estiva: si sono messi a disposizione della comunità educante dell’oratorio “L’Aquilone” delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Taranto per realizzare con loro attività di educazione di strada. L’iniziativa ha beneficiato tanti minori a rischio del contesto sociale in cui operano le religiose salesiane, ma anche, in gran misura, i giovani missionari stessi, capaci di scoprire nuove realtà e di aprirsi, grazie a quest’esperienza, a nuovi propositi, sogni e speranze.

Inizia tutto, come sempre, con la Parola del Signore: durante la cerimonia di invio risuona la parola del Vangelo secondo Marco: “e prese a mandarli due a due […] ed ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone” [Mc 6, 7-13]. In questo passo si racchiudono i primi passi dell’esperienza missionaria, anche se, a uso e costume delle circostanze della modernità, i giovani non hanno fisicamente un bastone a cui affidarsi nel cammino, ma la croce di un mandato missionario, segno indelebile del vero e primigenio sostegno: Gesù.

Forti di questo, ogni mattina i missionari si fanno largo in punta di piedi a Piazzale Nenni, per giocare coi ragazzi e le ragazze di questo luogo e tentare di allietare le loro mattinate con giochi e risate, nello sforzo educativo condiviso mirato a sgominare le voci che sentono quotidianamente e le storie di vite che già sembrano essere destinati a imitare: la strada, la criminalità, le dipendenze, un turbinio di vizi e di sprechi.

Periferico e desolato appare il mondo dei dimenticati, di chi non ha alternative, di chi vede e vive il buio come unica soluzione e possibilità. Il quartiere Paolo VI di Taranto, epicentro della missione, vede e vive il buio da molto tempo e forse, ascoltando le storie di alcuni suoi protagonisti, da sempre. Nell’indigesto coacervo di silenzio, omissioni, dimenticanze, pregiudizi e oscenità sono in pochi a sfidare l’ingresso nel tessuto della strada e a scommettere sulla salvezza dei cuori. Chiamate a leggere nei cuori potenzialità di bene sono le Figlie di Maria Ausiliatrice, che qui ogni giorno, sotto la guida di suor Mariarita di Leo e suor Maria Viscomi, affrontano i vivai della criminalità.

La missione estiva dei giovani ha senso solo nell’ottica del loro estenuante e continuo servizio sul territorio e nella comunità. Suore che ci testimoniano ogni giorno come la missione sia un esercizio di fede e di gioia, di carità e di amore, di speranza e di passione.

E proprio là dove tutto sembra destinato a scivolare via tra roghi, cenere, mobilia, sporcizia, sterpaglie, calcinacci, disillusioni, vergogna e volti che preferiscono il nascondersi, i giovani missionari cercano di costruire percorsi di speranza nella marginalità, stando insieme ai più piccoli, cercando di incontrarli in modo autentico, senza fingere fiducia e facendogli capire che esiste un’alternativa alla cultura, quella rovinosa, della strada.

Poi, per dare continuità all’attività svolta per le strade la mattina, al pomeriggio i bambini e le bambine vengono accolti negli spazi dell’oratorio, dove prendono parte alle Olimpiadi della Pace e possono divertirsi ed imparare.

“Non sappiamo quanto saremo ricordati, quanto concretamente cambieremo le cose o quanto effettivamente la nostra presenza e il nostro esempio aiuterà questa realtà – testimonia Corrado Piva, uno dei giovani missionari partecipanti all’iniziativa –. Tuttavia, possiamo affermare con certezza che quanto fatto, visto, realizzato e vissuto nel quartiere Paolo VI di Taranto ci cambierà per sempre. Dubbi e dilemmi ci si aprono innanzi, alla ricerca di modalità efficaci tramite le quali riportare la nostra esperienza nelle nostre case e comunità di provenienza”.

“Nella logica intermittente del ricordo forse con gli anni che passeranno non saremo in grado di ripercorrere con precisione tutto ciò che stiamo vivendo intensamente ora, eppure siamo certi che tutto quanto resterà saldo nel bacino del nostro cuore, dove, ricordando, [ri-cor-dare] sapremo di avere in noi quelle immagini impresse di sorrisi, abbracci, parole, giochi, gol al campetto, esultanze e insegnamenti – prosegue il giovane –. Misuriamo nei vari ‘peccato che domani non ci sarete”, ‘quindi sabato ve ne andate’ o ‘qui mi sento come a casa’ l’affetto che questi ragazzi, imparanti della vita, ogni giorno sono disposti a elargire” aggiunge ancora il giovane.

Al termine dell’esperienza i giovani hanno saputo elaborare quali sono ora i loro desideri e speranze: “essere telai, aghi e fili di un nuovo e fruttifero filato, quello che contribuirà, sotto le mani del sapiente Sarto, il Signore Gesù, a confezionare abiti a misura della dignità, a misura del rispetto, a misura dell’amore fraterno e umano, a misura del sostegno, a misura del cuore” conclude il giovane missionario.

Fonte: Salesiani ICC

InfoANS

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