Tra le riflessioni più interessanti che sono emerse c’è stata quella del dott. Yeboah Collins, responsabile dei progetti dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), che ha proposto di dividere le persone su cui lavorare in tre gruppi: “Le persone che desiderano partire a tutti i costi e senza un sicuro piano di viaggio, i cosiddetti migranti irregolari; le persone che influenzano questi potenziali migranti irregolari nell’intraprendere il viaggio; le persone che hanno il potere di prendere decisioni sulla vita quotidiana dei due gruppi, i politici”.
Da parte sua il sig. Patrick Sokuu, Salesiano, Preside dell’Istituto “Don Bosco” di Sunyani, sempre in Ghana, ha approfondito tale argomento evidenziando l’importanza di non focalizzarsi solo sui potenziali migranti, ma di lavorare soprattutto con chi può consigliarli e supportarli nel loro progetto di vita in Ghana o all’estero.
L’incontro, co-finanziato con l’8x1000 della Chiesa Cattolica tramite la Conferenza Episcopale Italiana, ha visto il coinvolgimento diretto degli operatori del VIS insieme ai Salesiani dell’Ispettoria “Africa Occidentale Anglofona” (AFW), le diocesi di Sunyani e Teichman, la municipalità di Berekum e la sua Queen Mother (donna dotata di grande autorevolezza e considerazione, che svolge un ruolo di governo locale nei villaggi ghanesi, NdR).
Folta la presenza anche di diversi attori nazionali ed internazionali che lavorano nel campo della migrazione irregolare, come l’Unione Europea, Caritas Ghana, il Servizio Immigrazione del Ghana, la Corporazione Tedesca per la Cooperazione Internazionale (GIZ), il “Catholic Relief Service” e la già citata IOM; tutti hanno contribuito a identificare le azioni di sensibilizzazione attualmente in essere in Ghana e a dare suggerimenti per la creazione della campagna che vedrà protagonisti proprio il VIS e i suoi collaboratori.
Concluso il laboratorio, il VIS riprenderà le attività sul campo per i prossimi sei mesi, sempre cercando di portare il proprio contributo positivo, soprattutto ai giovani.
Formare gli insegnanti sulle tematiche della migrazione irregolare è la chiave per creare una cultura della pianificazione coscienziosa del proprio percorso educativo-professionale, non precludendo, allo stesso tempo, la possibilità di partire per l’estero se ci sono i presupposti di poter viaggiare regolarmente.
Fonte: VIS
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