I Salesiani sono presenti a Lahore, con un’opera situata a diversi chilometri di distanza dal parco Gulshan-i-Iqbal, dove è avvenuta l’esplosione. A quanto è stato comunicato dalla comunità dell’opera, finora non risultano allievi della scuola salesiana tra le vittime, né tra i feriti.
Intanto le autorità pakistane hanno indetto tre giorni di lutto, mentre cercano di risalire ai responsabili del movimento Jamat ul Ahrar che ha rivendicato l’attentato.
“Dopo l’attentato dello scorso anno alle due chiese cristiane nel quartiere di Youhanabad temevamo che potesse verificarsi un attacco e per questo il Governo ci aveva fornito tutte le misure di sicurezza necessarie per proteggere le chiese, ma nessuno aveva pensato al parco”, ha commentato ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre” mons. Sebastian Francis Shah, arcivescovo di Lahore.
Mons. Shah ha anche affermato di ritenere plausibile che la comunità cristiana fosse l’obbiettivo degli attentatori, ma sottolinea come tra le vittime e i feriti vi siano anche molti mussulmani. Visitando l’ospedale il presule ha portato conforti a tutti quanti: “Ho visitato ogni letto, e ogni vittima di qualsiasi fede. È stato davvero difficile, perché ho visto tanti bambini di appena 4 o 5 anni, cristiani e musulmani, feriti o uccisi da questo terribile attacco”.
Ai cristiani ha cercato di portare speranza indicando l’esempio di Gesù: “dobbiamo imparare a rialzarci così come Cristo ha saputo rialzarsi pur portando la croce”.