L’Etiopia sta sperimentando una delle peggiori siccità degli ultimi 60 anni. La più lunga stagione delle piogge (kiremt), che rifornisce d’acqua oltre l’80% dell’agricoltura locale, nel 2015 non si è manifestata. E oltre 10 milioni di persone sono a rischio fame. Secondo l’ONU, la produzione agricola nelle regioni colpite è crollata dal 50 al 90% e il Governo etiope ha dichiarato lo stato di emergenza.
Molte famiglie abbandonano le campagne e si recano nelle città. “Qui, però, non trovano aiuto e spesso nemmeno dove dormire. In questa situazione è elevato il rischio che molti di loro cadano vittime dei trafficanti e vengano spinti a partire e poi sfruttati e schiavizzati” sottolineano il signor Lotta e don Estifanos Gebremeskel, Superiore della Visitatoria salesiana dell’Etiopia.
Si stima che dal paese partano, ogni anno, circa 500.000 persone, un dato che raddoppia se si considerano anche i migranti illegali e vittime della tratta.
“Una crisi così grande necessita di una risposta pronta – continua il Presidente del VIS –. Lavoriamo accanto ai Salesiani in collaborazione con istituzioni e associazioni locali per aiutare la popolazione a superare questa terribile siccità. Servono risposte all’emergenza, ma è necessario anche costruire infrastrutture che possano durare nel tempo”.
Attualmente, sfruttando i pozzi profondi costruiti dal VIS negli ultimi anni, si sta distribuendo acqua in scuole, strutture cliniche e di primo soccorso, centri per bambini di strada, diocesi e centri di tutela delle donne. L’obiettivo è sostenere nella fase d’emergenza 12.000 persone delle regioni Somali, Tigray, Oromia e della Regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud (SNNPRS, in inglese).
Nel paese è attivo anche il progetto “Stop Tratta”, del VIS e l’associazione Missioni Don Bosco di Torino, che mira a contrastare il traffico di esseri umani, attraverso la sensibilizzazione dei potenziali migranti e la creazione di progetti di sviluppo sul territorio.