RMG – L’eredità del Card. Fernández Artime come Rettor Maggiore dei salesiani: “Chiamati all’amore con Speranza”

05 abril 2024
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(ANS – Roma) – Creato cardinale il 30 settembre 2023, Rettor Maggiore dei Salesiani, il sessantatreenne Ángel Fernández Artime, figlio di pescatori delle Asturie, è un uomo di chiesa di spessore, partecipe con attenzione della realtà quotidiana nelle sue molteplici sfaccettature e interprete appassionato del carisma di Don Bosco anche nella sua dimensione universale.

Lo si evince pure dall’ampia intervista che ha rilasciato a ottobre scorso, ormai porporato. Egli sarà consacrato vescovo in San Pietro il prossimo 20 aprile e alla fine di luglio dimissionerà da Rettor Maggiore, per servire in altro modo la Chiesa, probabilmente quale stretto collaboratore del Papa nella Curia Romana.

Stando così le cose, è evidente l’importanza che ha assunto quest’anno la tradizionale “Strenna salesiana” –originariamente poche righe programmatiche per l’anno nuovo che Don Bosco dava dal 1859 a salesiani e alunni l’ultimo giorno dell’anno vecchio. Da decenni le poche righe sono diventate tante e per il 2024 addirittura un volume di oltre 400 pagine che contiene le strenne del Rettorato di Ángel Fernández Artime, dal 2015 in poi.

Pagine in cui si delinea un vero e proprio bilancio dell’esperienza vissuta, una testimonianza di prima mano derivata anche dagli oltre suoi 120 viaggi internazionali. Intitolato significativamente (maiuscole comprese) “Chiamati all’Amore con Speranza”, il volume è comunque assai agile, scritto con stile semplice, colloquiale e arricchito da una serie di fotografie e illustrazioni molto belle che già di per sé danno un’idea dell’interpretazione contemporanea del carisma salesiano e della personalità del cardinale salesiano, di cui colpisce l’intensità gioiosa, giovanile dello sguardo.

Come scrive nella prefazione l’ideatore e curatore don Giuseppe Costa (Segretario e Portavoce del Rettor Maggiore), “raccogliere ha il significato di un lavoro conclusivo”. E “mettere poi in un unico volume gli scritti contenuti nelle strenne che ogni anno il Rettor Maggiore in carica indirizza ai membri della Famiglia salesiana è il tentativo di far confluire in un unicum insegnamenti di anni tra loro diversi non soltanto per ricordare, ma soprattutto da leggere strategicamente, come un ideario dal quale guardare il futuro”.

Dieci strenne, i cui argomenti spaziano tra l’altro dai giovani alla santità, dalla famiglia alla speranza, dalla cittadinanza (“Buoni cristiani e onesti cittadini”) al sogno (a partire dalla visione avuta da Giovannino Bosco a 9 anni, 200 anni fa, nel 1824). Ci soffermiamo su quest’ultimo tema, che è quello della Strenna 2024: una trentina di pagine, che si concludono con un’invocazione a Maria Ausiliatrice preceduta da dodici considerazioni conclusive (anche del suo mandato) del Card. Á.F. Artime. L’obiettivo è quello di attualizzare il sogno di Giovannino (in cui gli “animali feroci” si trasformano in “mansueti agnelli”, saltellando festosamente attorno a Gesù e Maria). Riproduciamo le prime quattro considerazioni:

–       “Don Bosco ci ha mostrato nel corso della sua vita che solo le relazioni autentiche trasformano e salvano”;

–       “Ogni scelta fatta da Don Bosco faceva parte di un progetto più grande: il progetto di Dio su di lui. Pertanto, nessuna scelta è stata superficiale o banale per Don Bosco”;

–       “Il nostro Dio ha un sogno per ciascuno di noi, per ciascuno dei nostri giovani. (…) Il segreto della tanto desiderata felicità di ciascuno sarà proprio quello di scoprire la corrispondenza e l’incontro tra questi due sogni: il nostro e quello di Dio”;

–       “Senza sogni non c’è vita. Per gli esseri umani, per tutti noi, sognare significa proiettarsi, avere un ideale, un senso nella vita. La peggiore povertà dei giovani è impedire loro di sognare, privarli dei propri sogni o imporre loro sogni inventati”.

Nel volume, pubblicato dalla Direzione Generale Opere Don Bosco, troviamo anche la citata prefazione di don Giuseppe Costa e tre testi introduttivi del vaticanista Enzo Romeo, del teologo Massimo Naro e della sociologa Cecilia Costa. La presentazione è invece avvenuta il 29 febbraio a Roma presso l’Istituto delle Suore di Maria Bambina (in sala anche i cardinali Bertone, Bertello, Frezza, Marchetto e Re, oltre a diversi diplomatici, esponenti della Curia e del mondo dei religiosi). Moderati dal vaticanista Luca Caruso, sono intervenuti i relatori Roberto Cipriani (sociologo), Arianna Rotondo (storica), Valentina Alazraki (vaticanista), Marco Girardo (direttore di Avvenire). L’intervento conclusivo è stato quello dello stesso Cardinale Fernández Artime: “Io credo profondamente che un mondo migliore sia possibile, un mondo più pacifico. Oggi le utopie sembrano sparite, ma noi non possiamo accettarlo”.

Fonte: Rosso Porpora

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