Il volume, di oltre 300 pagine, prende in attenta considerazione la figura del II Successore di Don Bosco nel suo ruolo di Rettor Maggiore, esercitato in un periodo storico estremamente difficile come quello della soppressione delle case salesiane in Portogallo, dell’esilio dei salesiani nel Medio Oriente, e soprattutto della Prima guerra mondiale. Per quattro anni egli dovette assistere impotente alla distruzione, requisizione e danneggiamento di decine di case salesiane, all’arruolamento forzato di oltre mille salesiani, un centinaio dei quali poi deceduti o gravemente mutilati. Né per lui furono tranquilli gli ultimi anni del Rettorato, in presenza di una faticosa ricostruzione postbellica, aggravata dalla crisi economica che colpì l’intera Europa.
In simili frangenti con l’aiuto di validi Consiglieri della prima ora (Don Filippo Rinaldi, don Francesco Cerruti, don Giulio Barberis…), con gli scritti, con i viaggi, con le conversazioni private e di gruppo, tenne alto il morale del Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ne aggiornò le Costituzioni, ne ampliò gli spazi geografici e soprattutto mantenne dritta la barra del Sistema Preventivo e della Spiritualità salesiana. Fu, si direbbe, un altro “Don Bosco” e un altro Don Rua, cui decisamente si ispirò sempre, pur nel prudente, ma indispensabile adeguamento della Congregazione ai tempi nuovi. Alla morte la lasciò in buona salute, pronta a riprendere lo slancio delle origini. E altrettanto fece con l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.