Sceglie Domenico Savio come modello e durante 5 anni, attraverso lo sforzo straordinario per inserirsi in una cultura totalmente nuova, diventa egli stesso un altro Domenico Savio. Esemplare l'impegno nella pietà, nella carità, nei doveri quotidiani, nell'esercizio ascetico.
Nel 1903 (ha 16 anni e mezzo e suo padre è stato battezzato a 80 anni), Mons. Cagliero lo fa venire nel gruppo degli aspiranti a Viedma, capoluogo del vicariato, per iniziare il latino. L'anno seguente, lo conduce in Italia per fargli proseguire gli studi in modo più serio e in un clima che sembra più adatto alla salute. Entra nel collegio salesiano di Villa Sora a Frascati. Studia con tanto impegno da essere il secondo della classe. Ma un male non diagnosticato a tempo (forse perché non si lamentava mai) lo minava: la tbc. Il 28 marzo 1905, è trasportato all'ospedale Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina a Roma. Troppo tardi. Vi muore serenamente l'11 maggio. Dal 1924 i suoi resti mortali riposano nella sua patria, a Fortin Mercedes, dove folle di pellegrini accorrono a pregarlo.
Iniziato il Processo di Canonizzazione il 2 maggio 1944, fu dichiarato Venerabile il 22 giugno 1972 ed è stato beatificato l'11 novembre 2007 sotto il pontificato di Benedetto XVI.
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