La parte formativa è stata guidata da don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, e da don Javier Valiente, Delegato nazionale spagnolo per la Comunicazione Sociale.
Don Mendes ha incentrato il suo intervento sulla visione e l’educazione di Don Bosco a partire dall’infanzia, analizzando le radici di un grande comunicatore che usava il gioco e le arti per creare relazioni con gli altri. “Mettendosi in gioco nelle arti e nelle relazioni, Don Bosco da ragazzo iniziò a giocare con le parole, dando loro un significato, mettendo in relazione le parole con i loro simboli, sviluppando le competenze linguistiche, collegando le emozioni alle parole, esprimendo la sua immaginazione attraverso azioni artistiche, mettendo in moto i suoi pensieri e le sue idee, acquisendo coraggio per relazionarsi con i pari e persino prendendo dei rischi per eseguire bene qualsiasi cosa facesse artisticamente”, ha detto durante il suo intervento in collegamento da Roma.
Don Valiente, invece, ha presentato la sua esperienza sul Piano di Comunicazione Ispettoriale e ne ha tracciato una struttura, sottolineando alcuni punti chiave: “Il piano di comunicazione non è il piano dei mezzi a disposizione, necessita di una progressione e di una progettazione”.
La parte laboratoriale, invece, ha visto il gruppo – diviso per Ispettorie di provenienza – misurarsi sul Business Model Generation, ovvero un modello strategico per la creazione e lo sviluppo di un piano di comunicazione.
Il seminario si è concluso con il primo incontro del tavolo di Comunicazione Sociale – guidato per altri tre anni da don Moreno Filipetto – per la programmazione dell’anno pastorale e per le linee strategiche di lavoro e di sviluppo del settore.
Fonte: Don Bosco Italia