I nove ragazzi che saranno protagonisti del percorso, accolti nel progetto “Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati(SPRAR) del Comune di Alessandria e in altri progetti dei “Centri di Accoglienza Straordinaria” (CAS) sul territorio, dovranno anche studiare le regole della sicurezza sul lavoro – oltre che il percorso formativo per diventare saldatori di ultima generazione.
Si tratta di un servizio di orientamento al lavoro che permetterà loro una migliore conoscenza dell’ambito in cui i nove immigrati andranno poi a lavorare. Una parte della formazione, infatti, andrà a centrare le lezioni sulla sicurezza sul lavoro, fondamentale per rendere i rifugiati e i richiedenti asilo consapevoli delle leggi e dell’importanza di svolgere le mansioni secondo le modalità corrette; un approfondimento di educazione alla cittadinanza, per garantire loro una maggiore integrazione nel percorso che li potrà vedere protagonisti nella società.
Il progetto prevede anche un corso di italiano intensivo, già avviato nelle scorse settimane nella sede della cooperativa Cambalache. “Il primo contatto con ‘Cambalache’, nel quale ci è stata proposta l’iniziativa – ha raccontato il dott. Maurizio Rena, Coordinatore territoriale del CNOS-FAP – risale ad agosto dell’anno scorso. L’abbiamo accolta con entusiasmo, perché crediamo fermamente nelle possibilità di coinvolgere i richiedenti asilo e i rifugiati. Abbiamo iniziato a progettare l’organizzazione formativa, contattando le aziende per il collocamento in tirocinio dei ragazzi, visto che il profilo del saldatore è molto richiesto. Ecco perché possiamo dire che la scelta di questo ambito per un progetto di così alto valore sociale è legata pure a un ‘ esigenza che nasce dal territorio e dalle realtà che vi operano”.
Una volta terminato il percorso di apprendimento, i ragazzi inizieranno un periodo di tirocinio di tre mesi presso sei aziende del territorio che hanno aderito al progetto. “Il profilo del saldatore è molto richiesto, avere saldatori preparati è un’esigenza per le nostre aziende” ha aggiunto il dott. Rena.
L’obiettivo finale è far sì che l’inserimento si trasformi in ulteriori contratti e possa garantire a coloro che hanno completato la formazione un futuro professionale e un’integrazione piena nel loro nuovo Paese.
Fonti: La Stampa, Il Piccolo