Don Ángel Fernández Artime, alla domanda se la Congregazione Salesiana sta rispondendo ai bisogni dei giovani, ha affermato con forza che “non abbiamo tradito Don Bosco”. Ha aggiunto di vedere “un desiderio di fedeltà carismatica” in tutta la Congregazione e ha chiesto “in tutto il mondo salesiano che in caso di dubbio (sulla chiusura di alcune opere) si guardi ai più bisognosi”.
In questo senso, ha rivelato che, in questi anni, “la Congregazione non ha approvato alcuna presenza che non sia per i più bisognosi”. Per questo ha incoraggiato gli educatori a “essere dalla parte di chi ha più bisogno di noi” e, riferendosi alla Strenna che ha proposto alla Famiglia Salesiana per quest’anno, ha incoraggiato gli educatori “ad essere coraggiosi nelle proposte che facciamo per giovani”. Per questo ha sottolineato l’importanza di credere nei giovani, preoccupandosi per ciascuno di loro, “guardando chi è il più fragile”. Nel dialogo con gli educatori ha anche affermato che i Salesiani credono nei laici, perché “non c’è altra via per raggiungere la missione”, poiché anche loro fanno parte del sogno di Don Bosco, ha affermato.
Il Rettor Maggiore ha elogiato la grande professionalità degli educatori, la loro vocazione e li ha incoraggiati a crescere nell’identità carismatica. “I giovani hanno bisogno di te - ha detto al termine dell’incontro -, hanno bisogno di maestri di vita”. Don Á.F. Artime ha concluso ringraziando il lavoro e la vocazione degli educatori “perché insieme rendiamo possibile il sogno che lo Spirito ha suscitato in Don Bosco”.
Il Superiore dell’Ispettoria salesiana “SSM”, don Fernando García, ha concluso l’atto ringraziando gli educatori per il loro lavoro, soprattutto in questo periodo di pandemia, e ha sottolineato che “la cosa più importante che abbiamo sono le persone, sei tu”.
75 anni educando i giovani del quartiere
L’incontro con gli educatori è stato il preludio all’inaugurazione dei 75 anni di presenza salesiana nel quartiere “Ciudad Lineal” di Madrid. Il Rettor Maggiore e il Consigliere Generale per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy, erano arrivati in mattinata a Madrid per aprire questo anniversario.
L’annuncio e l’inaugurazione di questo anniversario sono stati a cura del Direttore dell’opera salesiana, don Manuel de Castro, che ha ringraziato Dio e Maria Ausiliatrice per “l’ottimo lavoro che qui è stato fatto” con la mediazione di tanti Salesiani ed educatori, e rinnovato l’impegno educativo pastorale dell’intera comunità educativa.
Don Fernando García, ha evidenziato le origini della casa come Oratorio festivo, che è stato poi ampliato come scuola e in seguito, Margarita Álvarez, la prima donna entrata nel centro come insegnante nel 1976, è stata incaricata di pronunciare la proclamazione dell’anniversario. Invitandoci a guardare al passato, Álvarez ha ricordato le origini nel 1947, quando il salesiano Rómulo Piñol arrivò nel quartiere e iniziò i primi anni a giocare con i ragazzi in un lotto libero della zona, lì dove nel 1948 aprì le prime classi, che 75 anni dopo sono diventate una scuola con tutti i livelli di educazione, in particolare Formazione Professionale, Centro Giovanile, scuola sportiva e parrocchia.
Un oratorio all’origine di questa casa salesiana
Alla cerimonia di apertura di questo anniversario ha partecipato anche Pedro Huertas, Segretario Generale delle Scuole Cattoliche, che ha incoraggiato a “mettere il Vangelo nel cuore dei giovani”; Pilar Ponce, Presidente del Consiglio Scolastico della Comunità di Madrid, che ha sottolineato che “l’educazione cambia la vita e tu hai cambiato la vita” di molte persone e del quartiere. Da parte sua, il Rettor Maggiore ha segnato come sfida per tutta l’opera salesiana “essere un’altra Valdocco”, alludendo alle origini della Congregazione, anch’essa oratorio in quel quartiere di Torino.
Il Rettor Maggiore li ha incoraggiati a continuare a credere nei giovani e ha dichiarato aperto il 75° anniversario dell’opera salesiana. L’evento, svoltosi nel teatro della scuola e davanti a circa 350 persone, si è concluso con la prima esecuzione di un nuovo inno a Don Bosco, a ritmo di reggaeton, del parroco e cantautore, Toño Casado. “Soñando con Don Bosco” è il titolo di una canzone accattivante che l’autore ha eseguito e altri ragazzi e ragazze del centro hanno cantato e ballato. La giornata si è conclusa con la benedizione, da parte del Rettor Maggiore, di un dipinto dedicato a San Domenico Savio.