“Questo momento storico del 350° anniversario dell'inizio dell’istituzione della gerarchia porta alla nostra attenzione la necessità di un nuovo slancio missionario – ha affermato nell’occasione il card. Filoni –. Gli sforzi pionieristici dei missionari che hanno portato la Buona Novella della Salvezza al popolo thailandese devono continuare. La formazione missionaria è ora compito della Chiesa locale. Questo lavoro deve essere visto come centrale per la missione della Chiesa in Thailandia”.

“Pertanto – ha soggiunto – ogni sforzo per l'evangelizzazione deve essere un elemento chiave nell’attività pastorale degli istituti religiosi, di parrocchie, scuole, movimenti laicali e, in particolare, dei gruppi di giovani nelle vostre Chiese particolari”.

I primi missionari cattolici si recarono in Estremo Oriente nel corso del XVI secolo, sotto il patronato portoghese; e i primi ad arrivare nel Regno di Ayutthaya, uno dei vari regni che andarono a comporre il territorio dell’odierna Tailandia, furono i domenicani: era il 1567 e il regno era governato dal Re Mahathammaraj.

I domenicani furono poi seguiti dai missionari francescani e dai gesuiti. Tuttavia, le loro congregazioni religiose erano ancora sotto il sistema di patronato portoghese conosciuto come Padroado, che limitava l’autorità del Papa su di loro.

Nel 1622 la Santa Sede fondò la Congregatio de Propaganda Fide (oggi Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli) per gestire le aree di missione indipendentemente dal patronato portoghese e per rivendicare l’autorità papale sulle missioni.

Quasi quattro decenni dopo, nei quali le missioni nel Regno di Ayutthaya continuarono a dipendere dalle diverse congregazioni presenti, nel 1659 Propaganda Fide ordinò la costituzione di un nuovo gruppo missionario per lavorare indipendentemente dal patronato e direttamente sotto il Vaticano: fu così che nacque la “Società per le missioni estere di Parigi” (MEP) nel 1663.

E dalla fondazione del Vicariato Apostolico del Siam, nel 1669, i missionari del MEP, con il sostegno di altre congregazioni religiose, hanno guidato gli sforzi di evangelizzazione in Thailandia e in altre parti dell'Asia.

I missionari salesiani giunsero in Thailandia il 27 agosto 1927, con i primi due pionieri don Giovanni Casetta e il chierico Giorgio Bainotti, provenienti da Macao, Cina. Si stabilirono a Bangnokkhuek, nella provincia di Samut Songkram, prima di essere raggiunti successivamente da molti altri gruppi di missionari salesiani.

Inoltre, i salesiani furono chiamati alla cura pastorale del territorio di Ratchaburi e delle aree vicine, con mons. Gaetano Pasotti, SDB, che venne nominato primo responsabile della missio sui iuris (1930), Prefetto (1934) e infine Vicario Apostolico (1941) di Ratchaburi. I salesiani ebbero così il compito di gettare le fondamenta delle diocesi di Ratchaburi e Surat Thani, curandone le chiese, costituendo il gregge di fedeli cattolici, formando i seminaristi e preparando il clero diocesano.

Oltre a tutto questo, durante la II guerra mondiale, mons. Pasotti ricevette anche l’incarico di prendersi cura della Chiesa in Laos, e dovette anche esaminare il martirio di sette cattolici uccisi a Baan Song Khon, provincia di Mukdaharn, Thailandia.

Attualmente i salesiani si occupano ancora della cura pastorale di molti centri della diocesi di Surat Thani, sotto la guida del vescovo Joseph Prathan Sridarunsil, SDB. Inoltre, servono la Chiesa Cattolica attraverso l’educazione dei giovani poveri e la cura pastorale dei fedeli attraverso varie chiese, nelle diocesi di Bangkok, Ratchaburi, Surat Thani, Udon Thani e Chiang Mai.

In occasione del 350° anniversario del Vicariato Apostolico del Siam, è possibile dare testimonianza della qualità del loro impegno.

La Chiesa Cattolica in Thailandia, stando agli ultimi dati (2018), conta 379.975 battezzati (0,46% dei 69 milioni di abitanti), 11 diocesi, 436 parrocchie e 662 sacerdoti.

Fonte: AustraLasia, Agenzia Fides

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