“Siamo davvero riconoscenti ai nostri benefattori che ci aiutano ad aiutare questi giovani diplomati nel realizzare il loro sogno di avviare un’attività in proprio – afferma con entusiasmo il responsabile della Procura Missionaria Salesiana di New Rochelle, don Mark Hyde –. I diplomati che escono dai CFP salesiani possiedono le competenze idonee per entrare nel mondo del lavoro. Chi ha spirito imprenditoriale viene incoraggiato, attraverso progetti come questi, ad avviare imprese che rispondano ai bisogno della forza lavoro locale. In tal modo questi giovani sono in grado di ottenere un reddito stabile e anche di aiutare le loro comunità”.
Oltre a fornire formazione e supporto nelle attività di impostazione delle imprese, i salesiani si sono impegnati anche ad aiutare i piccoli imprenditori nell’acquisizione di clienti. E, nel frattempo, i futuri imprenditori si stanno già facendo le ossa lavorando all’interno del CFP salesiano, riparando le sezioni del centro.
Nell’ultimo Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite il Madagascar è collocato al 158° posto su 188 posizioni. È un Paese dove il 70% dei quasi 19 milioni di abitanti vive in povertà, con circa 5,7 milioni sono i bambini e giovani poveri (dati UNICEF). Quasi l’80% degli abitanti vive in zone rurali e pratica l’agricoltura di sussistenza e le condizioni di vita sono costantemente peggiorate negli ultimi anni – in particolare per quanto riguarda i trasporti, i servizi sanitari, l’educazione e l’economia; e, al solito, le donne e i bambini sono particolarmente colpiti da questa situazione.
In questo contesto la Famiglia Salesiana anima numerose scuole elementari, medie e superiori. Molti allievi iniziano frequentando i centri salesiani di riabilitazione, dove i religiosi vanno incontro ai loro bisogni più elementari – come alimentazione, vestiario, un riparo per dormire… – e poi entrano nei cicli educativi, attraverso la scuola secondaria o professionale.
Lì i giovani poveri riescono ad acquisire le competenze necessarie per un successivo impiego e ricevono l’opportunità di diventare adulti autosufficienti e con un’occupazione stabile, per contribuire al benessere delle loro famiglie e comunità.
Fonte: Mission Newswire