Simone Srugi (1877-1943) nasce a Nazaret e, dopo gli anni di apprendistato nell’orfanotrofio di don Belloni a Betlemme, trascorre l’intera vita come salesiano coadiutore a Betgamāl - Cafar Gamala. Fu un periodo storico segnato in Palestina da grandi cambiamenti politici: due guerre mondiali; caduta dell’impero turco; mandato britannico; inizio del conflitto arabo-israeliano. Sullo sfondo di tali eventi, risaltano sia le iniziative della comunità religiosa a servizio di poveri e rifugiati, sia la persona di Simone. Come “contemplativo nell’azione”, egli fu maestro e catechista dei ragazzi nella scuola, cerimoniere nel ricostruito santuario di S. Stefano, infermiere nell’ambulatorio, dove giungevano ammalati da una cinquantina di villaggi della Shefela. Nei suoi scritti spirituali tracciò, per sé e per gli altri, un cammino di santificazione quotidiana, percorribile anche oggi.
Nella Presentazione l’Ispettore del Medio Oriente, don Alejandro León, scrive: “Don Gianni Caputa ci offre un vero tesoro presentandoci la vita di Simone Srugi nel suo contesto: la più ricca presentazione agiografica fra quelle proposte fino ad oggi. Interessantissime sono anche le finestre laterali che sono un chiaro invito a continuare ad approfondire la ricchezza della storia dei salesiani nel Medio Oriente. Simone Srugi è un modello per i cristiani del Medio Oriente, lui il ‘buon samaritano’ dei nostri tempi ci insegna che la presenza dei discepoli di Cristo sarà significativa solo se basata su una fede profonda, se cresce in un serio impegno di comunione e si esprime in una semplice ma costante testimonianza di carità operativa. Significativo è vedere come questo santo parla a noi uomini di oggi: figlio di una famiglia di emigranti e perseguitati, con una storia familiare frutto di un intreccio di riti, povero, orfano, trovatosi a vivere in mezzo a guerre e guerriglie. Egli con la sua vita dice a tanti cristiani che sperimentano situazioni simili: «Io sono uno di voi». Simone Srugi è un chiaro invito a risvegliare nella Chiesa la preziosa vocazione dei laici consacrati. Oggi questa è, a volte, una vocazione incompresa che potrebbe incontrare in figure come quella di Simone Srugi l’orizzonte evangelico originario. Il dono della laicità e il dono della consacrazione uniti in un unico movimento di amore a Dio e al prossimo e tutto questo nella semplicità e umiltà che parla realmente di Vangelo al mondo di oggi”.
Giovanni Caputa, già docente di Teologia a Cremisan e Gerusalemme (1980-2017), e membro della Commissione teologica diocesana (1995-2008), dal 2014 è collaboratore della Causa di beatificazione di Simone Srugi. Le sue pubblicazioni vanno dalla teologia spirituale e liturgica, alla storia salesiana in Medioriente. Tra di esse: “Con le mani e il cuore di Don Bosco”. Discorsi di Papa Montini (Paolo VI) alla Famiglia Salesiana. Roma: LAS, 1982; Il Sacerdozio dei fedeli secondo San Beda. Città del Vaticano: LEV, 2002; I primi undici anni del teologato salesiano in Terra Santa (1929-1940), in “Ricerche Storiche Salesiane” 23(2004) 363-427; con V. POZZO, I salesiani di don Bosco nel paese dei cedri. Roma: LAS, 2016; Il Venerabile Simone Srugi, Salesiano Coadiutore, in “Ricerche Storiche Salesiane” 36 (2017) 261-301; Vita e Scritti di Simone Srugi. Gerusalemme: LPP, 2018; Paolo VI alla Famiglia Salesiana. Un messaggio profetico. Torino: LDC, 2019.