Il primo appuntamento si è realizzato il 27 gennaio, con la visita ad un gruppo di giovani reclusi da parte di alcuni ragazzi della Fondazione Progetto Don Bosco. Alla proiezione di un film sulla vita di Don Bosco, nel Centro Diurno, ha fatto seguito un interessante dialogo su ciò il film aveva trasmesso a ciascuno dei presenti.
Quindi, nelle sale della parrocchia, è stato organizzato un pranzo in comunione, al quale si sono aggiunti anche diversi membri della Famiglia Salesiana, per un totale di circa 70 persone. Le attività sono terminate con uno scambio di esperienze durante il quale alcuni detenuti, che da ragazzi avevano frequentato il “Centro Diurno”, si sono commossi.
Un altro atto celebrativo è stato vissuto con la seconda riunione degli educatori e degli exallievi dei progetti della Fondazione che si trovano in carcere. Un’esperienza indimenticabile sia per i 20 detenuti che hanno partecipato, sia per gli educatori. Sono stati ricordati i momenti vissuti insieme e, attraverso un video che ripercorreva quelle esperienze, è stato messo in luce l’interesse e l’attenzione di cui i giovani erano stati oggetto. “Siete stati la nostra famiglia quando più ne avevamo bisogno”; “Volevo più bene a voi che ai miei genitori”; “Nonostante le difficoltà che vi abbiamo dato, eravate sempre dalla nostra parte” sono state alcune delle frasi di grande apprezzamento e affetto che si sono udite, in mezzo a tanta emozione.
Due esperienze veramente salesiane, che ricordano quando il Ministro Rattazzi chiese a Don Bosco: “Come è possibile che lei ottenga queste vittorie e noi no?” e Don Bosco rispose: “Perché lo Stato comanda e punisce, e non può fare di più. Io, invece, gli voglio bene”.