Un clero per la “città nuova”. I salesiani da Littoria a Latina
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28 Aprile 2017

La storia è una cosa troppo seria per essere lasciata in mano a chi non dispone e padroneggia gli “strumenti del mestiere”. Questi sono le fonti archivistiche, le fonti a stampa, la bibliografia generale e locale, le fonti orali: tutto un materiale da ricercare, leggere in profondità, inquadrare in un preciso contesto, interpretare con attenzione critica. È esattamente quello che ha fatto il giovane prof. Clemente Ciammaruconi, per la pubblicazione di due volumi sulla storia della casa salesiana (parrocchia e oratorio) di Latina: Un clero per la “città nuova”. I salesiani da Littoria a Latina. vol I, 1932-1942. Roma Las 2005; vol II, 1942-1953. Roma, Las 2017.

Come è noto la città di Littoria (poi Latina) è stata fondata dal regime fascista nell’agro pontino bonificato negli anni trenta del secolo scorso ed i salesiani vi furono chiamati per reggere la prima e unica parrocchia per oltre vent’anni.

Il lavoro si presenta quasi come un unicum nella storiografia salesiana, non solo per la estrema serietà della ricerca fatta da uno studioso estraneo alla Famiglia Salesiana, ma anche per l’unicità del soggetto stesso: una realtà parrocchiale che è nata nello stesso grembo generativo della città, che è cresciuta e si è consolidata nei non facili anni di fondazione, che ha condiviso e sofferto le tragiche giornate della guerra, dei bombardamenti e dello sfollamento nel 1944, che ha dato il suo contributo morale e spirituale alla ricostruzione del tessuto connettivo del dopoguerra, che non ha disdegnato di scendere in campo della lotta politica degli anni successivi per la salvaguardia di un’identità cittadina cristiana.

Una storia salesiana, quella raccontata dal Ciammaruconi, che è necessariamente ed indelebilmente intrecciata con il territorio in tutte le sue dimensioni: da quelle politiche a quelle socio-economiche, da quelle culturali a quelle ricreative, da quelle educative a quelle assistenziali, da quelle urbanistiche a quelle ecclesiali.

La comunità salesiana attorno alla chiesa di san Marco ha saputo accogliere i fedeli in tutte le difficili stagioni del ventennio considerato, offrendo a ciascuno la possibilità di vivere la vita cristiana mediante la catechesi, i sacramenti, le liturgie, le devozioni, le processioni mariane, il culto dei nuovi santi Domenico Savio e Maria Goretti, le associazioni varie, le attività teatrali, cinematografiche, estive, marinare e montane…

Ma una comunità che in tempo di guerra ha anche saputo uscire per andare incontro alle persone, per visitare i rifugi, per portare cibo e speranza ai disperati, proteggendo i più deboli, facendo sentire la propria vicinanza anche nello sfollamento a Roma. Una volta poi ritornati nella città distrutta, uscirono di nuovo per l’assistenza materiale ai senzatetto e agli sfollati, per moderare le tragiche epurazioni, per dare il suo contribuito a superare la persistente conflittualità cittadina; in una parola per la rinascita morale e religiosa della città. Quanti scrivono di storia salesiana trovano qui un modello cui ispirarsi.

Il secondo volume è stato presentato ieri, giovedì 27 aprile 2017, in una affollata sala del Comune di Latina dai professori G. Rossi, A. D’Angelo, e dell’autore, coordinati da Francesco Motto dell’Istituto Storico Salesiano, promotore dell’iniziativa. Presente il vescovo, mons. Mariano Crociata, hanno preso la parola pure un rappresentante del Comune ed il parroco don A. Marianelli.

Editrice Las, pagine 228

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