Palestina – Viaggio missionario in una terra santa e... martoriata

02 Giugno 2017

(ANS – Betlemme) – Betlemme, “la città del pane”; e poi Nazareth, il villaggio, anzi, oramai la città, di Maria. Nelle due città, così cariche di valore e significato per ogni cristiano, i Salesiani hanno una lunga storia, fatta di servizio, educazione, vicinanza alla popolazione, a dispetto di qualsiasi differenza.

Nella “città del pane” i Salesiani hanno un panificio. Non è una battuta, ma la realtà frutto dell’evoluzione provvidenziale delle cose. I Salesiani arrivano a Betlemme nel 1891, inviati da Don Michele Rua, I Successore di Don Bosco, su richiesta di don Antonio Belloni, un sacerdote diocesano che a Betlemme lavorava con i giovani alla maniera di Don Bosco. Quando i Salesiani vi giunsero don Belloni, con grande umiltà, si fece Salesiano anch’egli e affidò alla Congregazione l’orfanatrofio che lì aveva eretto.

Per risparmiare sul costo del vitto, venne costruito un piccolo forno che sfornava pane arabo, a vantaggio prima dell’orfanotrofio e poi della comunità salesiana e della scuola che seguirono.

All’inizio degli anni 2000, uno dei periodi di più forte scontro tra Palestinesi e Israeliani, il forno fu fondamentale: il coprifuoco aveva portato alla fame la popolazione locale e Salesiani decisero di produrre molto più pane di quanto ne servisse al fabbisogno interno, distribuendolo poi alla popolazione affamata tra i cortili interni e i passaggi nascosti fra a casa e casa. Provvidenzialmente, quando pure per loro la farina stava per scarseggiare, il clima politico si stemperò e ci si poté nuovamente rifornire.

Come frutto di quel periodo i Salesiani hanno conservato una lista di famiglie bisognose cui ogni giorno viene dato gratuitamente o a cifre simboliche il pane: sono un terzo dei clienti, che pure sono moltissimi, dato che il panificio è divenuto il più rinomato di Betlemme, grazie all’intervento di vari maestri panificatori che hanno insegnato a produrre diversi tipi di pane e all’aiuto delle Procure Missionarie salesiane che ha permesso di rinnovare le attrezzature.

Ora il forno produce 14 tipi di pane diversi, che vengono esauriti entro le 10 o le 11 del mattino, e dà lavoro a 5 operatori; esso è il fiore all’occhiello della presenza salesiana a Betlemme, che conta anche una scuola professionale che prepara i giovani palestinesi al lavoro, e un oratorio, com’è tipico di ogni opera di Don Bosco.

A Nazareth, invece, sono presenti 4 Salesiani di 4 paesi diversi, che animano un istituto scolastico con circa 500 studenti – in gran parte Musulmani – dalla primaria al liceo tecnologico, con diversi settori professionali. La qualità dell’educazione è riconosciuta in tutta la Galilea, tanto che le iscrizioni sono sempre molto superiori ai posti disponibili e gli allievi diplomati possono ambire alle più prestigiose università tecniche di Israele, e d’Europa.

“È estremamente commovente sentire la testimonianza dei giovani, specialmente dei musulmani, che definiscono Don Bosco un ‘padre, maestro ed amico’” commenta don Giampietro Pettenon, Presidente di Missioni Don Bosco di Torino.

Ulteriori informazioni su: Missioni Don Bosco

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