L'Approfondimento

(ANS – Roma) – La “novena” di sogni di Don Bosco proposta da ANS in quest’anno bicentenario del Sogno Nove Anni si conclude oggi, 31 gennaio, nel giorno della festa del Padre e Maestro dei Giovani. Se il sogno dei 10 diamanti conteneva un monito inequivocabile, quest’altra visione di Don Bosco sembra assicurare ai suoi figli un roseo futuro, sempre a patto che essi proseguano sulla via indicata dalla Provvidenza attraverso il loro fondatore, seguendo la sua eredità intramontabile. È il sogno cosiddetto del “trionfo della Congregazione” (Memorie Biografiche, 1881, XII, 465).

(ANS – Roma) – Un perenne monito per la Congregazione Salesiana e per tutti i suoi figli a non perdere mai di vista quali debbano essere le caratteristiche e gli atteggiamenti da operare per piacere a Dio e servire i fratelli: in questo modo Don Bosco interpretava un altro dei suoi più celebri sogni, quello dei dieci diamanti (Memoria Biografiche, XV, 182-87), avvenuto nel settembre del 1881: alla vigilia della festa di San Giovanni Bosco, in quest’anno Bicentenario del sogno dei Nove Anni, ve lo riproponiamo qui di seguito.

(ANS – Roma) – Ormai nell’imminenza della festa di San Giovanni Bosco, in quest’anno bicentenario del suo più celebre sogno – quello dei Nove Anni – ai lettori di ANS vogliamo proporre una terna di sogni tra i più noti, significativi e dal carattere “profetico” per la Congregazione e la Chiesa tutta. Iniziamo oggi con quello che è passato alla storia come “Il sogno delle due colonne” (Memoria Biografiche VII, 169–171), il cui contenuto, così realmente ecclesiale, viene spesso citato e ricordato in moltissimi luoghi e circostanze diversi, anche al di fuori del mondo salesiano.

(ANS – Roma) – Si chiude oggi la fase dedicata ai sogni missionari nell’ambito del percorso tra i Sogni di Don Bosco, in vista della sua festa e nell’anno del Bicentenario del Sogno dei Nove Anni. Oggi ricordiamo l’ultimo sogno missionario (Memorie Biografiche XVIII, 71-74). Don Bosco lo fece in Spagna, a Barcellona, nella notte tra il 9 e il 10 aprile del 1886 e quando lo raccontò per la prima volta, tra gli altri anche a Don Rua, aveva la voce rotta dai singhiozzi. Quasi a completare la visione del sogno missionario precedente, egli vide ancora numerose terre all’epoca inesplorate per i suoi salesiani, tanti giovani necessitanti del loro aiuto e la Pastorella comparsa più volte nei suoi sogni che gli ricordava quella sua prima visione del 1824.

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