RMG – “Non sono i ragazzi poveri che richiedono la vostra carità, ma è Gesù stesso”. La miglior notizia sconosciuta
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26 Luglio 2017

(ANS – Roma) – Milioni di cittadini europei e di altri paesi occidentali vivono momenti di grande pessimismo e inquietudine, dominati da tensioni sociali e incertezza verso il futuro. In questo scenario così incerto, i media dimenticano importanti e positivi avvenimenti. Ce n’è uno in particolare che merita menzione: “la migliore notizia sconosciuta”, secondo la definizione del giornalista del “New York Times” Nicholas Kristof.

È vero, oltre 800 milioni di persone non mangiano tutti i giorni e vivono nella miseria, ma c’è anche una storia poco nota. “Negli ultimi 30 anni – ha scritto il signor Kristof – la percentuale di persone nel mondo che vivono in estrema povertà si è più che dimezzata. Non solo, il pianeta oggi ha per la prima volta nella sua storia la possibilità di eliminare la povertà estrema, individuata come un livello di reddito inferiore ad 1,9 dollari al giorno”.

È vero, c’è la povertà, o per essere più precisi, la miseria, come quella di Kidu, Joel e Shani, che ogni giorno si alzano senza sapere se mangeranno qualcosa. La sfida per il 2030 è sradicare la povertà, uno degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, firmato da tutti i governi del mondo. Un futuro di speranza si apre. “La Banca Mondiale mostra che il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà nel mondo è diminuito di 1.100 milioni negli ultimi 25 anni, periodo nel quale la popolazione mondiale è cresciuta di quasi 2 miliardi” affermano M. De la Rocha e M. Negre, consulenti della Banca Mondiale.

La mancanza di accesso alla salute e all’educazione, la precarietà, l’esclusione sociale, la malnutrizione, la mancanza di sicurezza… sono fattori diversi che hanno a che fare con la povertà.

La Congregazione Salesiana, presente in oltre 130 paesi del mondo, fa di tutto per portare il suo granello di sabbia nella lotta alla povertà, attraverso l’educazione dei giovani e dedicando tutto il proprio lavoro ai ragazzi più poveri e bisognosi.

Qualcuno forse si domanderà il perché di quest’impegno. La risposta l’ha lasciata lo stesso Don Bosco: “nella persona dei poveri e specialmente dei più abbandonati, possiamo vedere rappresentato il Salvatore. Per questo non sono i ragazzi poveri che richiedono la vostra carità, ma è Gesù stesso, nella persona dei suoi poveri”.

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