Ghana – “Stop Tratta”: il futuro parte dalla terra
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12 Giugno 2017

(ANS – Sunyani) – Il Ghana è uno dei paesi dell’Africa occidentale più colpiti dal fenomeno dell'emigrazione e la regione del Brong Ahafo è, fra tutte, la più coinvolta. È una zona a forte vocazione rurale, in cui da molto tempo l’agricoltura di sussistenza praticata da generazioni non rappresenta più per i giovani e i poveri un valido motivo per rimanere nella propria terra. Attraverso il programma “Stop Tratta” i Salesiani intendono offrire a queste persone la possibilità di restare nel luogo in cui sono nate e cresciute, attraverso lo sviluppo di progetti agricoli sostenibili.

“Voglio rendere concreto il mio desiderio mangiando quello che coltivo, sostenendo con la mia produzione agricola il Ghana e chissà, magari anche l’Africa, in qualche modo. Attraverso l’esempio voglio far capire ai giovani che l’agricoltura è un’ottima possibilità. Nella nostra regione questa è forse l’opzione migliore. Ho promesso di impegnarmi con tutto me stesso. Per me è un onore e un dovere far parte di questo progetto”. A parlare è George Takyi un giovane di 33 anni che ha frequentato la scuola tecnico-agraria Don Bosco a Sunyani e che ha deciso di dedicarsi con molta serietà all’agricoltura.

Lui è uno dei candidati tutor del progetto che i Salesiani stanno realizzando nella regione del Brong Ahafo per favorire lo sviluppo locale e arrestare la tratta. Anche George era stato incoraggiato ad attraversare il deserto e a cercare fortuna in Europa. “Ha rifiutato e ha deciso di investire la piccola quantità di soldi di cui dispone nell’avvio di un’attività agricola” commenta don Krzysztof Nizniak, Salesiano missionario polacco, in Africa da oltre 20 anni, attualmente Economo dell’Ispettoria “Africa Occidentale Anglofona” (AFW). “Il suo obiettivo – prosegue – è riuscire a vivere con l’agricoltura e mostrare ai giovani che è possibile farlo localmente senza troppi rischi. E questo è un obiettivo che coincide con la nostra campagna ‘Stop Tratta’”.

Il primo requisito perché il progetto di George e dei Salesiani si realizzi è la costruzione di 4 diversi pozzi all’interno di altrettante fattorie, per permettere all’intera comunità rurale di accedere all’acqua, innaffiare le colture ed abbeverare il bestiame.

I 4 responsabili dei pozzi, scelti in base alle loro capacità gestionali e alla loro conoscenza delle tecniche agricole, dopo aver frequentato un corso di agraria, faranno da tutor a tutti gli agricoltori della zona: non solo dovranno gestire le risorse idriche, ma anche formare tutti i contadini dell’area interessata, per riuscire a superare la tecnica dello slash-and-burn (taglia e brucia), che sta mettendo in ginocchio l’ecosistema dell’Africa Subsahariana.

Attraverso la disponibilità idrica, l’utilizzo di concime organico dagli animali, e la sensibilizzazione sulle tematiche ambientali, verrà creato un circuito virtuoso di agricoltura organica che fornirà ai giovani contadini un valido motivo per non allontanarsi dalla propria terra e per non mettere a rischio la propria vita.

I Salesiani credono nei giovani; don Nizniak ha fiducia in George. “Crediamo nella sua forte volontà e nella sua dedizione e siamo convinti che con il giusto sostegno, diventerà un importante punto di riferimento per i futuri contadini della sua zona”.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito: “Missioni Don Bosco

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