Vietnam – Il contributo salesiano alla Chiesa e alla popolazione vietnamita
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20 Aprile 2017

(ANS – Xuan Hiep) – Dal Nord al Sud del Vietnam i Salesiani sono impegnati al servizio dei giovani più bisognosi, educando ed evangelizzando. Numerose sono le sfide, ma non mancano le soddisfazioni.

La prima opera salesiana in Vietnam fu un umile orfanatrofio ad Hanoi, attivo dal 1952 al 1954. A causa di diversi motivi storico-politici, solo 40 anni dopo, nel 1994, i Salesiani riuscirono lentamente a tornare a contribuire a ricostruire la Chiesa di quella regione e addirittura due dei primi Salesiani che hanno servito presso il locale Seminario Maggiore sono poi diventati vescovi diocesani – il compianto mons. Joseph Tiem, vescovo di Bui Chu dal 2001 al 2013; e mons. Peter De, vescovo di Thai Binh dal 2009.

Al momento attuale 21 Salesiani servono la gioventù e la Chiesa locale attraverso 10 presenze nel Nord del Vietnam e a settembre è stata canonicamente eretta la prima comunità, a Cat Dam.

Impiantare il carisma salesiano in questa regione, dove per decenni non c’è stata alcuna traccia di sacerdoti, non è cosa semplice. Eppure nella sua Visita d’Animazione dello scorso febbraio il Rettor Maggiore ha segnalato che “il lento, umile, ma decisivo spostamento dei Salesiani verso il Nord del paese è una visione importante per il futuro. Dobbiamo uscire dalla zona di comfort nel Sud. Siamo chiamati a portare l’amore del Buon Pastore in molti luoghi che stanno ancora aspettando una testimonianza iniziale e la proclamazione del Vangelo”. E infatti i Salesiani stanno aprendo i primi, semplici oratori – dove si gioca a pallone, si pratica la musica e si realizzano attività extra-scolastiche – e lavorano con i ragazzi delle scuole rurali, mentre anche la Famiglia Salesiana, con due comunità di Figlie di Maria Ausiliatrice, un piccolo gruppo di Salesiani Cooperatori e di Volontarie di Don Bosco, risulta in crescita.

Nella diocesi di Kontum-Pleikou, più o meno al centro del paese, è attiva la missione salesiana tra i Gia Rai, una delle 54 minoranze etniche presenti tra i 95 milioni di abitanti del paese. Essi rappresentato la gran parte dei Cattolici delle zone rurali della regione, sono circa 400.000 e il loro stile di vita tradizionale è ora minacciato dalla cultura contemporanea. Per lavorare con loro i Salesiani devono conoscere bene la loro lingua, non solo per le celebrazioni, ma anche per la vita quotidiana: i primi due Salesiani inviati tra loro hanno trascorso ben sei mesi a studiarla.

In quest’area sono presenti 9 Salesiani, che pur abitando in 6 diverse località formano un’unica comunità canonica e animano 5 parrocchie rurali, con un totale di 22 stazioni missionarie, e svolgono attività oratoriane, curano la catechesi e gestiscono diversi convitti per la popolazione indigena.

Infine, a Dong Thuan, nel Sud del Vietnam, 12 Salesiani e 3 FMA sono i responsabili di un Centro di Formazione Professionale che accoglie circa 145 ragazzi e ragazze – la maggior parte dei quali internisti – spesso etichettati come “senza speranza”, perché provenienti da famiglie problematiche, fuori dai cicli educati, cresciuti per strada o con delle dipendenze.

Sorto nel 2004, il centro lavora in primo luogo per restituire loro autostima e sicurezza, declinando con creatività il Sistema Preventivo. Recentemente, ad esempio, 4 Salesiani tirocinanti hanno convinto a smettere di fumare 45 ragazzi con questo vizio, grazie ad un “club per smettere di fumare” da loro avviato; e già si sta lavorando ad altre iniziative simili.

Il nome di Don Bosco non è ancora molto noto in questa area meridionale del Vietnam, per cui i Salesiani cercano di raggiungere la popolazione e la gioventù locali con molti e diversi programmi, quali ad esempio: la fornitura di acqua potabile, un programma di alloggio per persone bisognose e un oratorio quotidiano con sport, musica e corsi linguistici.

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