Sudan del Sud – “Carestia dichiarata”: guerra e fame stanno uccidendo i nostri fratelli
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28 Febbraio 2017

(ANS – Tonj) – Guerra e fame costituiscono un binomio storico. C’è sempre stato questo modo di vedere il problema della fame come risultato delle guerre. L’ONU ha parlato pochi giorni fa di una “carestia nel paese più giovane del mondo, utilizzata contro i civili come arma di guerra”. Il problema di fondo è “una guerra indotta”. La domanda che tutti noi ci facciamo è: cosa stiamo facendo noi?

Il compianto Zygmunt Bauman, nel suo ultimo libro definisce il concetto di insensibilità morale come “il tipo di comportamento crudele, inumano e spietato o come un atteggiamento indifferente manifestato verso le prove e le tribolazioni degli altri”. Oggi milioni di persone vivono il dramma della fame e noi che “stiamo bene”, viviamo una insensibilità morale e umana.

Migliaia di bambini in Sud Sudan lottano “tra la vita e la morte, combattono in piccoli centri contro la malnutrizione”. “L’esercito sta chiudendo strade e facendo mancare il cibo in intere zone perché scarseggi, cioè sta provocando una fame indotta”, ha scritto Alberto Rojas, un giornalista di “El Mundo”.

Questa carestia, dichiarata ufficialmente, ha il nome di “fame indotta”. Guardando questo dramma Papa Francesco ha annunciato in risposta ad un seminarista della Nigeria, che “stiamo considerando un viaggio in Sud Sudan”. “Buona fortuna, Papa coraggioso e temerario! Che la tua missione in Sudan del Sud sia possibile e abbia successo. Il popolo e i poveri in Sudan del Sud, che piangono e gridano per la pace, vi aspettano. E hanno bisogno di te. Sei la loro unica speranza”, ha scritto J.M. Vidal, scrittore per “Religión Digital”.

“E i Salesiani?” si chiederanno forse alcuni lettori. Continuano a lavorare in mezzo alla guerra, la fame e, forse, in mezzo alla solitudine. Continuano a servire nei campi profughi, accogliendo tutti coloro che chiedono aiuto. Ancora, insieme alle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani, offrono assistenza religiosa e aiuto, riparo, cibo, abbigliamento, salute e igiene per i pazienti.

Il silenzio e la paura di affermare questa verità drammatica, della “carestia dichiarata” causeranno milioni di morti; “5,5 milioni, al culmine della stagione secca, a luglio, quando il raccolto sarà ormai esaurito, se non si fa nulla per fermare la diffusione e la gravità della crisi alimentare” afferma la FAO.

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