RMG – Don Pallithanam: per le strade o negli uffici, sempre a fianco dei poveri

21 Marzo 2017

(ANS – Roma) – Quando nel 1987 don Thomas Pallithanam s’impegnava con altri volontari a ricostruire le case per la popolazione colpita dallo straripamento del fiume Godavari, probabilmente non immaginava che negli anni sarebbe diventato il coordinatore di una delle più importanti organizzazioni della società civile indiana, la “Wada Na Todo Abhiyan”. Ed anche oggi che ricopre tale incarico, continua a compiere la sua azione missionaria in una piccola presenza salesiana, a Ravulapalem, nell’Andra Pradesh. Sguardo globale e iniziative sul territorio sono ormai i due cardini del suo operato, che ha presentato ad ANS durante un’intervista.

di Gian Francesco Romano

Don Pallithanam, di cosa si occupa di preciso?

Sono il responsabile di “People’s Action for Rural Awakening” (PARA), una ONG che, pur rifacendosi ai principi salesiani, è totalmente indipendente dalle Ispettorie. Quest’indipendenza ci garantisce maggiore libertà, perché nel nostro lavoro di difesa dei diritti dei Dalit (gli “Intoccabili”) e della povera gente, alle volte dobbiamo confrontarci anche con le autorità governative: ci siamo presi cura di decine e decine di casi di violenza contro i Dalit – la maggior parte dei Cristiani sono Dalit – e ci impegniamo perché possano vedere tutelati i loro diritti, abbiano un salario adeguato, siano tutelate le loro terre, sviluppino delle comunità…

Per coltivare un approccio basato sui Diritti Umani, già tra i più giovani, abbiamo fondato quasi 1000 Club dei Diritti Umani, e realizziamo iniziative che hanno coinvolto finora oltre 5mila scuole dell’Andra Pradesh e nel vicino Stato di Telengana, per un totale di oltre 6mila educatori e 43mila ragazzi. E inoltre curiamo anche una casa per ragazzi di strada e una per donne abusate.

Lavorate anche con i migranti?

Sì, ma nel territorio in cui operiamo il fenomeno riguarda soprattutto le persone che emigrano verso i paesi del Golfo Persico. Molti di essi vivono in condizioni terribili. Oppure collaboriamo con i Salesiani che lavorano nelle grandi città e che hanno attivi dei programmi di accoglienza per chi emigra dalle aree rurali, come la nostra.

Oltre a guidare PARA, lei è Coordinatore della “Wada Na Todo Abhiyan” (WNTA), una grande federazione di ONG di diversa ispirazione. Come procede la collaborazione con altre realtà?

Cooperare con ONG di tutti i tipi rappresenta la maggior parte del mio lavoro oggi. La WNTA è una grande federazione di ONG, la maggior parte delle quali non sono cristiane, e si occupa di monitorare e valutare quanto il Governo nazionale e quelli statali rispettino effettivamente gli impegni presi con i cittadini. Il nome significa proprio: “Non Rompere la tua Promessa”. E la nostre attività è anche preventiva: prima delle elezioni elaboriamo un manifesto con le istanze della società civile alla politica (che raccogliamo attraverso sondaggi e consultazioni tra tutta la popolazione, ascoltando le donne, i minori…) e che poi sottoponiamo all’attenzione dei partiti, perché le conoscano e le portino avanti.

Quanto è importante oggi realizzare azioni di advocacy, lobbying, essere presenti in organismi sovranazionali… per la missione salesiana?

È importantissimo, ma non solo per chi frequenta “le stanze dei bottoni”. Tutti i Salesiani devono darsi da fare in tal senso, tutti devono cercare di cooperare, fare networking con altre realtà nelle loro iniziative: se vogliamo dare solo soluzione temporanee e limitate, va bene, possiamo farne a meno; ma se si vuole risolvere i problemi alle radici bisogna collaborare con tutti! I diversi approcci non sono un ostacolo: personalmente, sono la mia fede e il mio carisma che mi portano a lavorare per i giovani a rischio; ma posso lavorare a loro vantaggio anche con un ateo.

Inoltre, come Salesiani, in certi casi siamo già all’avanguardia, come nella Formazione Professionale o nel lavoro con i giovani a rischio: in quei casi se cooperiamo con altri potremo arricchirli; mentre negli altri casi, saremo noi ad imparare!

Infine, c’è anche da dire che la Congregazione è presente in oltre 130 paesi. Non sono molte le organizzazioni così diffuse: noi dobbiamo avere uno sguardo globale, far conoscere tra loro le diverse realtà, le diverse possibilità e richieste… E sfruttare il fatto che, oltre a produrre documenti e orientamenti, noi abbiamo una presenza reale in tante realtà, tale da poter davvero mettere in pratica quanto viene deciso nei vari consessi.

InfoANS

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