Kenya – Una goccia d’educazione nel deserto. La missione di Karare

17 Luglio 2017

(ANS – Karare) – Nella regione di Marsabit, la più grande del Kenya, la carenza idrica rappresenta una difficoltà insormontabile che condiziona negativamente tutta l’area. Solo il 35,7% degli abitanti della regione ha accesso all’acqua potabile, le fonti naturali sono aride per la maggior parte dell’anno e per l’approvvigionamento idrico vengono usati principalmente pozzi di diverse tipologie, ove possibile, altrimenti serbatoi per la raccolta di acqua piovana - che però non sono sufficienti al fabbisogno della popolazione e inoltre provocano diarrea e scatenano epidemie di tifo.

“Karare è praticamente un’isola nel deserto: situata ai margini di una piccola foresta, è popolata da una ottantina di elefanti” racconta don Felice Molino, Salesiano missionario in Kenya, che tra i suoi compiti ha quello di trovare gli aiuti e le risorse necessari per aiutare le tante case salesiane del Kenya e della Tanzania che attualmente vivono un momento di difficoltà.

“Le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) – prosegue – mandano avanti una scuola superiore per le ragazze che vengono dal deserto: famiglie di pastori nomadi in cui per lo più i bambini vengono mandati a pascolare. Il lavoro delle suore è quello di preparare le future insegnanti per queste zone immense ed immerse nel deserto. Dare dignità ed istruzione a queste ragazze è importantissimo. Le suore lo stanno facendo bene e con grande sacrificio”.

La carenza d’acqua ovviamente ha conseguenze importanti conseguenze anche dal punto di vista igienico-sanitario: c’è sempre qualche ragazza o suora ammalata di malaria o tifo. Continua don Molino: “non hanno acqua e nonostante le ragazze siano 200 devono arrangiarsi con l’acqua piovana che devono raccogliere goccia a goccia durante la stagione delle piogge. Non hanno un impianto di depurazione e quindi fanno bollire la poca acqua che bevono e per il resto si devono affidare alla fortuna”.

Per questo motivo le FMA di Karare hanno intenzione di realizzare un impianto elettrico alimentato da pannelli solari, i quali serviranno anche a scaldare l’acqua – nel deserto al mattino e alla sera fa molto freddo – e un sistema di depurazione per la potabilizzazione dell’acqua che permetterebbe di eliminare le malattie che affliggono allieve e missionarie.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di “Missioni Don Bosco”.

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