Francia – Partito dal Camerun, ora Théophile è al servizio dei più poveri di Lione

06 Luglio 2017

(ANS – Lione) – Théophile viene dal Camerun. A 15 anni era solo e fuori dai percorsi educativi. Oggi è a Lione, in Francia, e aiuta i più poveri che vivono per strada. “Cerco di dare loro soluzioni perché possano essere ospitati”. Il suo è un percorso esemplare.

di Pierre-Jean Allard, SDB

Di dove sei, Théophile?

Sono originario del Camerun, compirò 20 anni a marzo. Sono partito dal mio paese per diverse ragioni: problemi di povertà, ma anche e soprattutto conflitti familiari prima e dopo la morte di mio padre, a seguito dei quali mi sono ritrovato solo. Ho deciso di andar via per la mia sicurezza, per avere una speranza di una vita migliore e di aiutare mia madre, sola con i miei fratelli, perché non avevamo niente e io ero in pericolo di vita.

Com’è stato il tuo viaggio?

Davvero duro. Ho attraversato Nigeria, Niger, Algeria, Marocco e Spagna, per arrivare infine in Francia. Mi ci sono voluti 4 anni per raggiungere la Francia. Ho dovuto lavorare per tutto il viaggio. Ho molti ricordi del mio passaggio in Niger, dove sono rimasto bloccato per due mesi. Rivedo le scene del traffico di migranti, una giovane camerunese cui era stato imposto un prezzo che non poteva pagare e che per questo è stata costretto a sposare un trafficante.

Anche il passaggio a Tamanrasset, Algeria, è stato molto duro. In Marocco, poi, la mia vita è stata come in un film… Ho soggiornato per un anno e mezzo nel bosco; alcune amiche sono state violentate, altri amici sono morti… Ho provato più volte a passare la frontiera con Ceuta e Melilla, due enclave spagnole in territorio marocchino, senza successo. Alla fine, sono riuscito ad entrare. Sono stato accolto dalla Croce Rossa in un campo profughi. Poi sono stato portato in Spagna, raccolto da una ONG e infine sono arrivato in autobus a Lione.

Com’è andata l’accoglienza in Francia?

Arrivato come minore non accompagnato, sono stato preso in custodia e ospitato in un albergo. Avevo un appuntamento con un assistente sociale. Gli ho chiesto: come posso essere utile? Come posso servire?

Essendo fortemente credente, sono andato a Fourvière, poi alla chiesa dedicata a Santa Blandina e lì ho incontrato un sacerdote assunzionista, P. Arnaud, e Pierre-Jean, Salesiano in formazione. Attualmente sto frequentando un centro di formazione a Boiron - Ste Foy, in vista del diploma professionale.

Hai tempo anche per altre attività?

Mi sono inserito in diversi gruppi: ho accompagnato i cresimandi della chiesa di santa Blandina e ora sono parte di un gruppo della “Rete Educazione Senza Frontiere”, che si occupa di giovani stranieri. Aiuto anche i senzatetto, cerco di dare loro soluzioni perché possano essere ospitati.

Di recente ho incontrato uno studente di Scienze Politiche che si batte per i diritti dei rifugiati. Abbiamo parlato delle soluzioni per i migranti. Per me non si tratta di vederli come una minaccia, dobbiamo dare loro una possibilità. Prima dei documenti, si ha a che fare con una persona, un essere umano.

C’è qualche domanda che ti fai ora?

La domanda che mi pongo è: cosa faccio per me stesso e per gli altri? Voglio essere utile. Un giorno o l’altro, morirò. Cosa avrò fatto, cosa avrò dato al mondo?

E cosa vorresti portare agli altri?

Ho bisogno di stare dove ci sono poveri, dove posso portare aiuto. Mi è stato offerto di aiutare in un centro per senzatetto. Ho incontrato anche Musulmani, ci siamo trovati bene, come una famiglia, attraverso la condivisione. Voglio fare le cose per tappe, le cose procederanno con i tempi di Dio. Ora sono qui per ottenere il mio diploma e per servire. E voglio aiutare a costruire un mondo di pace.

Mi è molto difficile vedere la malvagità del mondo. Come distruggere la creazione che Dio ha fatto… Ognuno dovrebbe essere consapevole di ciò che fa, essere il custode di suo fratello. Tutti ne guadagneremmo.

Fonte: Don Bosco Aujourd’hui

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